Questa direttiva europea, entrata in vigore di recente, segna un aumento del livello dei requisiti in termini di rendicontazione extrafinanziaria. L’EFRAG (European Financial Reporting Advisory Group) ha infatti rafforzato e armonizzato i requisiti a cui sono soggetti tutti gli Stati membri. L’organismo ha stabilito nuovi standard, sotto forma di un insieme di standard europei sul reporting di sostenibilità – noti come standard “ESRS” (European Sustainability Reporting Standards).
In conformità con questo nuovo quadro normativo, le aziende devono fornire dati dettagliatiche sarà anche controllato da un’organizzazione terza indipendente (OTI). A seconda dei temi individuati come prioritari per ciascuna azienda e avendo cura di scandagliare attentamente i tre campi E, S e G, questi dati – quantitativi (ovvero indicatori numerici) ma anche qualitativi (ovvero descrittivi) – potrebbero riguardare l’impatto delle sue attività sulle risorse naturali, sulla sua capacità di adattamento ai cambiamenti climatici, sulle sue politiche in materia di diritti umani, sulla gestione dei rapporti con i fornitori, ecc.
Concentrandosi sulle questioni più importanti, l’obiettivo è quello di divulgare informazioni complete, più affidabile e comparabili tra aziende e tra paesi. Ciò consentirà ai cittadini, alle autorità e agli investitori di valutare meglio gli impatti e i rischi extra-finanziari di un’azienda, al fine di dare priorità ai finanziamenti verso le attività più compatibili con l’Accordo di Parigi – ovvero mantenere il riscaldamento globale a +1,5°C.
