Losanna e Ginevra: un sovraccarico di lavoro attende gli eletti comunali

Losanna e Ginevra: un sovraccarico di lavoro attende gli eletti comunali
Losanna e Ginevra: un sovraccarico di lavoro attende gli eletti comunali
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Da Ginevra, la settimana scorsa, a Losanna, poco prima, gli eletti comunali hanno insistito per la pausa festiva. Altro punto in comune: all’inizio dell’anno scolastico li attende una montagna di lavoro. In effetti, l’ordine del giorno della plenaria è stracolmo: alcuni voti sono attesi da 6 o 7 anni nella Città di Calvino o nella capitale olimpica. Ciò avviene nella maggior parte delle città, ma anche nei parlamenti cantonali e federali, dove sono responsabili molti eletti. Impossibile farne a meno: «Dal punto di vista giuridico, nessun oggetto – nemmeno oggi obsoleto – può essere abbandonato”, riferisce la segreteria del Comune di Losanna.

Così, dall’inizio della legislatura nel giugno 2023, 84 rapporti delle commissioni attendono ancora di conoscere il loro destino davanti al Consiglio comunale di Ginevra, che si riunisce generalmente due volte al mese per sessioni di 4 ore ciascuna. Tuttavia sono stati fatti degli sforzi. Da tre anni alla fine del lago le regole sono cambiate. Qualsiasi oggetto di età superiore a 5 anni viene automaticamente sottoposto a votazione (nota dell’editore: una durata fissata per comprendere un cambio di legislatura e quindi eventualmente di maggioranza politica). “Si fa una volta all’anno, ma è impossibile rivedere tutto”, dice Isabelle Roch-Pentucci, capo del dipartimento del Consiglio comunale. Nota inoltre che l’ordine del giorno, che all’inizio dell’anno contava fino a 280 punti, comprende sempre più argomenti da trattare con urgenza, ma anche interrogazioni ai magistrati, risoluzioni, ecc.

Da parte di Losanna, una riorganizzazione delle sessioni, nel 2023, ha permesso di evitare di aggiungere ulteriori argomenti, ma anche di trattarli più rapidamente. In particolare, l’Esecutivo e il Deliberante possono chiedere di trattare da uno a tre vecchi oggetti, all’inizio di ogni sessione. D’altra parte, sono stati fatti degli esperimenti per ridurre l’agenda trattando gli oggetti per tema, ma “questo non ha accelerato i tempi”, sottolinea Frédéric Tétaz, segretario del Consiglio comunale.

È opinione generale che circa quindici anni fa sia avvenuto un cambiamento: il programma delle sessioni è poi aumentato. Per quello? I funzionari eletti avanzano diverse ipotesi. I soggetti sarebbero diventati più complessi, e avrebbero quindi bisogno di più tempo per essere trattati. La trasmissione online o televisiva dei dibattiti avrebbe inoltre spinto alcuni oratori a prolungare il piacere di occupare l’etere.

Anaïs Timofte (Ensemble à Gauche), residente a Losanna, lo vede come il segno di un cambiamento nella comunicazione politica: “Bisogna essere visibili, molto e spesso, soprattutto sui social network. Gli eletti sono forse più propositivi di prima perché alimentano la propria comunicazione o quella del proprio partito, ad esempio tornando più volte sullo stesso argomento, per occupare un posto di rilievo su un dato tema. Tutto ciò richiede tempo in plenaria”. Un’altra possibilità: con l’onere sempre più pesante per gli eletti, il turnover del personale politico si intensifica e ciò riduce il follow-up a lungo termine dei fascicoli, rallentandone l’elaborazione.

La soluzione per accelerare l’agenda deliberativa comporterebbe in particolare nuove competenze, secondo molti funzionari eletti. Da 17 anni nel consiglio comunale della città di Ginevra, Alain de Kalbermatten (Le Center) evoca “ego e ambizioni” che sfociano negli interventi in plenaria. Ma sono “gesticolazioni” che egli capisce: “È in un certo senso la nostra unica possibilità di occupare il terreno di fronte a un potere esecutivo professionalizzato che, in fine, decide tutto. Per esistere siamo ridotti a moltiplicare le azioni. Con più competenze, ciò accadrebbe meno spesso.

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