Rassicurata, la Borsa svizzera chiude in verde

Rassicurata, la Borsa svizzera chiude in verde
Rassicurata, la Borsa svizzera chiude in verde
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La Borsa svizzera ha iniziato la settimana in positivo il giorno successivo al 1È turno delle elezioni legislative francesi. Come altrove, il mercato è stato rassicurato dal fatto che il Raggruppamento Nazionale non sembra in grado di ottenere la maggioranza assoluta al termine del secondo turno, domenica prossima.

A New York, Wall Street ha guadagnato terreno in mattinata, digerindo i risultati del primo round in Francia e prima dei dati sull’occupazione americana alla fine della settimana.

“Se il Raggruppamento Nazionale otterrà la carica di primo ministro, per la quale era stato candidato Jordan Bardella, potrà definire gran parte dell’agenda nazionale”, ha analizzato in un commento lo specialista in investimenti John Plassard della Mirabaud Banque. Il risultato del primo turno lascia tuttavia intendere che la RN “non potrà avere la maggioranza assoluta nell’Assemblea nazionale (…) dopo il secondo turno. Per i mercati si tratta dello scenario “meno peggiore”, ha sottolineato.

Ma secondo l’analista di Swissquote Ipek Ozkardeskaya “esiste il rischio significativo che Marine Le Pen e Jordan Bardella ottengano la maggioranza parlamentare entro la fine della settimana”.

Questa prima tornata elettorale in Francia continuerà comunque ad agitare i mercati, ha aggiunto Frank Sohlleder, analista di Activtrades. Gli impulsi politici detteranno l’evoluzione dei mercati nei prossimi giorni, con le elezioni legislative nel Regno Unito giovedì. I sondaggi indicano una grande vittoria laburista dopo 14 anni di governo conservatore.

In Germania l’inflazione è tornata a scendere a giugno dopo l’impennata di maggio. Un calo che rafforza la Banca Centrale Europea (BCE) che ha iniziato il suo ciclo di tagli dei tassi il mese scorso.

In Svizzera, il fatturato del commercio al dettaglio è diminuito in maggio, dopo essere aumentato significativamente nel mese precedente. Tenendo conto delle variazioni stagionali, nell’arco di un anno essi sono diminuiti dello 0,3% in termini nominali. In termini reali, però, tenendo conto dell’inflazione, sono aumentati dello 0,4%.

L’SMI ha chiuso in rialzo dello 0,47% a 12.049,61 punti, in rialzo a 12.107,30 in apertura e in ribasso a 12.022,16. Lo SLI ha guadagnato lo 0,41% a 1.951,64 punti e lo SPI lo 0,44% a 15.989,43 punti. Dei 30 titoli azionari stellari, 23 sono saliti e 7 sono crollati.

Sika (-0,8%) ha chiuso in fondo, dietro a VAT Group (-0,7%) e Partners Group (-0,6%).

Il gestore patrimoniale zurighese ha annunciato di aver acquisito una quota di maggioranza di FairJourney Biologics.

Il colosso basilese dei farmaci sostitutivi Sandoz (-0,3%) ha ottenuto l’approvazione dell’Agenzia americana per i medicinali (FDA) per una versione biosimilare di ustekinumab, con il marchio Pyschiva.

Tra i vincitori, sul gradino più alto del podio è salita UBS (+2,0%), davanti a Julius Bär (+1,7%) e Swiss Life, SIG Group e Straumann (tutti +1,3%).

Il Credit Suisse ha ufficialmente cessato di esistere in Svizzera: la banca è stata cancellata dal registro di commercio del Canton Zurigo e non esiste più come persona giuridica separata. Tutti i diritti e gli obblighi sono stati quindi trasferiti a UBS Svizzera.

Inoltre la banca delle tre chiavi non è più la banca depositaria delle casse di compensazione AVS/AI/APG, che rappresentano 40,6 miliardi di franchi. Ha perso questo mandato a favore di un’istituzione americana concorrente, State Street.

I pesi massimi Nestlé (+0,2%), Roche (buono +0,2%, vivace +0,3%) e Novartis (+0,6%) sono tutti in verde.

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