Il 25 settembre, durante il Grand Forum sulla prevenzione dell’abbandono organizzato da Répit Providence a Montreal, è emerso chiaramente che, nonostante gli sforzi sostenuti di numerosi attori sociali (asili nido, scuole, organizzazioni comunitarie, CLSC, DYP, ecc.), i bambini in situazioni vulnerabili non sempre hanno accesso a risorse adeguate per soddisfare i loro bisogni primari.
Sebbene attualmente il genitore sia considerato il principale responsabile del proprio figlio, qual è la nostra responsabilità collettiva nel soddisfare i bisogni dei bambini?
È con la speranza di una profonda trasformazione che promuova la responsabilità collettiva che chiediamo una Carta dei diritti dell’infanzia in Quebec. Più che una semplice ratifica della Convenzione sui diritti dell’infanzia, questa Carta avrebbe il potere di obbligarci ad agire collettivamente per soddisfare le esigenze dei bambini, in particolare creando condizioni che promuovano lo sviluppo del potere di agire da parte dei genitori e di coloro che sono più vicini alla loro vita quotidiana (asili nido, scuole, organizzazioni comunitarie, ecc.).
Soddisfare i bisogni
Una Carta dei diritti dell’infanzia ci richiederebbe di orientare il nostro lavoro in modo da fornire le risorse necessarie per soddisfare le esigenze quotidiane dei bambini, sia che lavoriamo sulla legislazione, sulla gestione, sull’intervento o sull’istruzione. Un potere di costrizione permetterebbe di orientare maggiormente le risorse verso la risposta ai bisogni dei bambini nei loro ambienti di vita e nella loro comunità (ad esempio: finanziamento di ambienti comunitari presso la missione).
Una carta di questo tipo richiederebbe di ripensare l’allocazione delle risorse e di concentrarsi su un’azione intersettoriale per rispondere insieme alla multidimensionalità dei bisogni dei bambini e delle loro famiglie (ad esempio: approccio dell’Azione Intersectorielle pour le Child Development and Safety [AIDES]). Ciò ci costringerebbe a investire nel soddisfare i bisogni primari dei bambini, limitando così le spese relative allo screening, alla valutazione e agli interventi reattivi su problemi la cui insorgenza avrebbe potuto essere prevenuta.
Oggetto di diritto
In breve, una Carta dei diritti dell’infanzia ci richiederebbe di agire in modo coerente e sostenibile per soddisfare i bisogni dei bambini. Accompagnato da mezzi concreti, consentirebbe un’azione collettiva e intersettoriale e un coordinamento reale per limitare la dispersione delle risorse, alleviando al tempo stesso la pressione sui servizi di ultima istanza già sovraccarichi.
La Carta dei diritti del bambino riconoscerà che il bambino lo è
e che i suoi interessi devono essere la considerazione primaria in tutte le decisioni prese su di lui. Proponiamo l’affermazione che il Quebec è una società premurosa e che il benessere di tutti i bambini è una responsabilità collettiva.
In questa Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia, abbiamo l’opportunità di fare un passo decisivo verso un Quebec più giusto e responsabile nei confronti dei bambini.
Chiediamo formalmente ai membri dell’Assemblea Nazionale e al Governo del Quebec di adottare la Carta dei Diritti dell’Infanzia proposta dalla Commissione Laurent.
Foto TVA NOTIZIE/AGENZIA QMI
Régine Laurent, ex presidente della Commissione speciale per i diritti dell’infanzia e della gioventù (CSDEPJ)
Jean Simon Gosselin, ex commissario della Commissione speciale per i diritti dei bambini e della protezione dei giovani (CSDEPJ)
Catherine Bélanger Sabourin, professoressa, Scuola di Servizio Sociale dell’UQAM
Isabelle Perreault, direttrice generale, Répit Providence
Nathalie Plante, professoressa, Scuola di Servizio Sociale dell’UQAM
Claire Chamberland, professoressa emerita, Scuola di Servizio Sociale dell’UdeM e vicepresidente dell’organizzazione no-profit AIDES (OA)
Carl Lacharité, professore emerito, Dipartimento di Psicologia, UQTR e presidente OA
Danielle Lessard, coordinatrice della ricerca, segretaria-tesoriera dell’OA