Secondo un’analisi completa di un unico scenario climatico, lo stress test “Fit-for-55”, difficilmente i rischi legati alla transizione climatica riuscirebbero a destabilizzare il sistema finanziario dell’UE. dalle Autorità europee di vigilanza (AEV) – l’Autorità bancaria europea (EBA), l’Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali e professionali (Eiopa) e l’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (Esma) – nonché dalla Banca centrale europea. Tuttavia, se combinati con shock macroeconomici più ampi, questi rischi potrebbero amplificare le perdite per gli istituti finanziari e causare potenzialmente perturbazioni significative in tutti i settori.
L’analisi, condotta su un orizzonte di otto anni, dal 2022 al 2030, mira a valutare la resilienza del sistema finanziario dell’UE alla luce degli ambiziosi obiettivi climatici dell’UE nell’ambito del pacchetto ‘Fit’ -for-55”. Questo insieme di politiche è progettato per allineare la legislazione dell’UE con l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030 e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
Scenari valutati
La simulazione della crisi climatica “Fit-for-55” è stata effettuata sulla base di tre scenari distinti sviluppati dal Comitato europeo per il rischio sistemico (ESRB), con l’assistenza della BCE. Questi scenari incorporano sia rischi di transizione che fattori macroeconomici più ampi, presupponendo la piena attuazione del pacchetto Fit for-55.
– Scénario de base: L’attuazione del pacchetto “Fit-for-55” si presuppone a condizioni economiche che riflettano le previsioni della BCE per giugno 2023, nonché i costi aggiuntivi legati alla transizione verde.
– Primo scenario sfavorevole (run-on-brown): questo scenario modella la materializzazione dei rischi di transizione sotto forma di shock “run-on-brown”, in cui gli investitori disinvestono rapidamente dalle società ad alta intensità di carbonio, ostacolando la loro capacità di finanziare la transizione verso pratiche più ecologiche.
– Secondo scenario sfavorevole (shock macroeconomici e shock run-on-brown): questo scenario amplifica gli shock run-on-brown con ulteriori fattori macroeconomici, come recessioni economiche o crisi finanziarie, al fine di valutare l’impatto cumulativo sul sistema finanziario.
Metodologia e dati
Lo stress test climatico è stato sviluppato utilizzando modelli top-down, basati su dati granulari forniti da oltre 110 banche, 2.331 assicuratori, 629 istituti di pensione professionale (IRP) e circa 22.000 fondi di investimento domiciliati nell’UE. Queste istituzioni finanziarie avevano un’esposizione a varie classi di attività, tra cui prestiti a società non finanziarie, azioni, titoli di debito (compresi titoli di Stato) e fondi di investimento.
L’esercizio si è concentrato sulla valutazione degli “effetti di primo impatto”, ovvero le perdite dirette per le istituzioni finanziarie, nonché degli “effetti di secondo impatto”, che colgono il potenziale di contagio e di amplificazione delle perdite nell’intero sistema finanziario.
Risultati
I risultati indicano che, nello scenario run-on-brown, le perdite per il sistema finanziario sono rimaste relativamente limitate. Nell’arco di otto anni, le perdite stimate di primo impatto sono comprese tra il 5,2% e il 6,7% delle esposizioni iniziali in ciascun settore. L’analisi ha mostrato che i fondi di investimento sarebbero i più colpiti da questo scenario, con perdite di secondo round che raggiungerebbero l’11,2% delle esposizioni iniziali.
Tuttavia, lo scenario in cui i rischi di transizione sono aggravati da fattori macroeconomici avversi, come recessioni o shock finanziari, presenta un impatto potenziale maggiore. Nel secondo scenario avverso, le perdite di primo impatto in diversi settori erano comprese tra il 10,9% e il 21,5%, a seconda del settore, mentre le perdite di secondo round potevano arrivare fino al 25%. Le banche hanno subito perdite di primo e secondo round che vanno dal 10,9% all’11%, gli assicuratori dal 18,8% al 23,3% e i fondi di investimento dal 15,8% al 25%.
Mitigazione e incertezza
Sebbene in alcuni casi le perdite siano state significative, si prevedeva che l’impatto sul capitale degli istituti finanziari sarebbe stato in parte mitigato da fattori non inclusi nel test, come i flussi di entrate delle banche, le passività degli assicuratori e degli IORP e la liquidità detenuta fondi di investimento. Questi fattori attenuanti, sebbene non pienamente considerati nell’analisi, potrebbero ridurre la gravità delle perdite stimate, osserva il rapporto.
La relazione evidenzia inoltre che i risultati sono soggetti a un notevole grado di incertezza, principalmente a causa della novità della metodologia e delle sfide associate ai dati utilizzati nell’esercizio.
Raccomandazioni politiche
I risultati evidenziano la necessità di un approccio politico coordinato per gestire i rischi di transizione e garantire finanziamenti sufficienti per la transizione verde. Le istituzioni finanziarie sono incoraggiate a integrare i rischi climatici nelle loro pratiche di gestione del rischio in modo completo e tempestivo. I politici sono esortati a tenere conto dei risultati quando sviluppano misure per rafforzare la resilienza del settore finanziario, garantendo che le istituzioni finanziarie siano preparate a resistere a potenziali shock e a sostenere gli obiettivi dell’UE in termini climatici.
L’esercizio ha inoltre evidenziato l’importanza di un sistema finanziario solido per garantire un finanziamento adeguato della transizione verde. La Commissione europea ha stimato che l’UE avrà bisogno di 350 miliardi di euro di investimenti aggiuntivi all’anno tra il 2020 e il 2030 per raggiungere i suoi obiettivi di riduzione delle emissioni legate all’energia. Sarà quindi essenziale garantire flussi finanziari privati verso investimenti sostenibili e qualsiasi perturbazione del sistema finanziario potrebbe compromettere il raggiungimento di questi obiettivi.
È disponibile il rapporto completo .
Questo articolo è stato tradotto e curato per il sito Paperjam in francese.