Buone notizie per i pensionati! Durante un'intervista su France 2, il 12 novembre 2024, il ministro del Bilancio e dei Conti pubblici Laurent Saint-Martin ha confermato la rivalutazione delle pensioni di vecchiaia che sarà effettuata in due fasi nel 2025.
Una rivalutazione delle pensioni indicizzate all’inflazione
Originariamente, in ottobre, il governo di Michel Barnier voleva coinvolgere tutti i pensionati nel risanamento dei conti pubblici congelando le loro prestazioni per sei mesi.
La rivalutazione delle pensioni avrebbe dovuto avvenire il 1° luglio 2025 e non il 1° gennaio. La stragrande maggioranza degli schieramenti politici era contraria a questa misura. Preceduto il giorno prima dal deputato repubblicano Laurent Wauquiez, il ministro ha confermato le parole dell'ex presidente della regione Alvernia-Rodano-Alpi.
Dal 1° gennaio 2025 tutte le rendite di vecchiaia verranno aumentate. All’inizio dell’anno l’aumento corrisponderà alla metà dell’inflazione. Attualmente è all’1,8%, il che dà UN Aumento dello 0,9% sulle pensioni.
Un secondo recupero per i pensionati a basso reddito annunciato a metà del 2025
Una seconda ondata di riaggiustamento è prevista per il 1° luglio, con la stessa progressione di inizio anno (0,9%). per i pensionati che ricevono IL salario minimo O menovale a dire fino a quando 1 426,67 € netto al mese. L'obiettivo del governo è evitare una perdita di potere d'acquisto tra gli anziani.
Questa spinta contribuisce ad aumentare il potere d'acquisto dei pensionati, un aiuto gradito soprattutto se sono stati contratti dei prestiti. I crediti possono infatti pesare sul bilancio, quando le rate mensili dei vari prestiti lasciano poco spazio per il resto della vita.
In questo caso è ad esempio possibile riacquistare crediti. Il consolidamento di più prestiti in uno solo, più adatto alla situazione finanziaria attuale del mutuatario, consente di ridurre le rate di rimborso mensili. Ciò è possibile grazie al prolungamento della durata del prestito, che per contro aumenta il costo totale del finanziamento.
Secondo il ministro del Bilancio, il costo delle rivalutazioni varia a seconda della realtà dell'inflazione: tra 500 e 800 milioni di euro. Il governo stima quindi che questa scelta permetterà di risparmiare circa 3 miliardi di euro nel 2025, tutelando al tempo stesso le pensioni più piccole.
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