Il quartier generale della Fed a Washington. (Crediti: Federal Reserve)
La Federal Reserve americana, custode del tempio monetario, cadrà sotto il controllo di Donald Trump? La Fed si è recentemente fatta avanti per difendere la sua sacrosanta indipendenza. Secondo Jean-Paul Betbeze il vero potere non sarà alla Casa Bianca.
Il 18 dicembre la Fed, la banca centrale americana, abbasserà i tassi o aspetterà, minacciando addirittura di alzarli? Continuerà la sua strategia con due obiettivi: stabilità dei prezzi e massima occupazione a medio termine, prendendo le sue decisioni sulla base dei dati attuali, o terrà maggiormente conto della rivoluzione tecnologica in corso, partendo dal presupposto che farà rimbalzare la produttività? La rivoluzione ChatGPT distruggerà infatti posti di lavoro per crearne di più efficienti, nel bel mezzo di una battaglia commerciale con la Cina. La Fed dovrebbe quindi continuare ad allentare i tassi.
Ma Donald Trump ha annunciato di voler tassare le importazioni del 10% e quelle dalla Cina del 60%, il che è inflazionistico. Accentua la politica di Biden di rimpatrio delle attività ritenute strategiche per gli Stati Uniti. Non sovvenzionerà questi rimpatri, a differenza del suo predecessore che ha ampliato il deficit di bilancio sostenendo di lottare contro l’inflazione con il suo Inflation Reduction Act, un curioso nome per il protezionismo. Trump vuole tassare grossolanamente tutti gli importatori, che considera sovvenzionati, soprattutto cinesi: non lavorano in un’economia di mercato. I prezzi americani saliranno, in attesa che la produzione interna prenda il sopravvento. E non è tutto: Trump vuole anche espellere gli immigrati clandestini e limitare l’ingresso nel Paese. Ciò peserà sull’attività, in particolare sui servizi, e farà aumentare i salari. Quindi la Fed deve smettere di allentare i tassi!
Riuscirà la Fed a rimanere indipendente?
Powell fuori? Da qui la domanda: “La prossima presidenza di Donald Trump peserà sull’indipendenza della FED?” Quella che si chiedono i mercati e gli economisti. Quella che i giornalisti chiedono a Joe Powell, il presidente della Fed: si dimetterà? “No” risponde. Dovrà andarsene? “Contrario alla legge”. Tutti, però, hanno notato che Joe Powell ha pensato solo a questo nella sua ultima presentazione, poiché ha insistito sul fatto che la Fed è indipendente. Dipendente dai dati sì, non dipendente da Trump!
In realtà i maestri di questo gioco non sono né Powell né Trump, bensì i tassi a lungo termine. Quando l’inflazione è scesa al 2,4% annuo a settembre, la Fed ha abbassato i tassi a breve termine al 4,75% a novembre, dopo il 5% di settembre, con l’idea di continuare. Ma ecco che l’inflazione è al 2,6% in ottobre e i tassi a lungo termine superano il 4,4%, rispetto al 3,6% di metà settembre. I vigilantes si svegliano.
Trump vuole scontrarsi con Powell, in carica fino a gennaio 2028? Vuole rendersi la vita impossibile con un presidente ombra che gli si opporrebbe? Si circondò di sostenitori formidabili: Homan all’Immigrazione, Rubio alla Segreteria di Stato. Ma…
Non dimenticare Elon Musk
Ma ciò significherebbe dimenticare Elon Musk, Tech e Bitcoin, a più di 91.000 dollari rispetto ai 53.000 dollari di settembre. Ciò che li spinge tutti è l’idea di una politica di deregolamentazione, di revisione delle organizzazioni pubbliche, con meno norme, tasse e dipendenti pubblici. Più concorrenza, meno tasse e meno inflazione.
Arriverebbe un nuovo liberalismo, con l’Intelligenza Artificiale al timone. A proteggere non sarebbe più il Keynes di Biden, ma la creazione-distruzione di Schumpeter, protetta certamente anche dai dazi doganali, ma agli albori. Si tratta di aiutare i futuri vincitori globali: dopo GAFAM, NAMAA (Nvidia, Apple, Microsoft, Alphabet, Amazon).
Trumpflation: una transizione per conquistare il mondo?
La Trumpflazione sarebbe temporanea. Ciò non è passato in mente alla gente, dato che l’inflazione prevista per un anno scende al 2,9% in ottobre. Soprattutto: il 18 dicembre la Fed dirà se continuerà con i tagli dei tassi, e quindi come integrerà il programma Trump. Sarà “tradizionale” o si imbarcherà nella rivoluzione attuale, accettando una maggiore inflazione, per conquistare il mondo? Deve quindi continuare il suo declino: la Trumpflation è una necessità. Dopo Apple, Nvidia? Sì, dice il mercato azionario. Fai attenzione, diciamo tariffe lunghe.