Intorno alle 10:50, la valuta giapponese ha ceduto lo 0,31% rispetto al biglietto verde, a 154,79 yen per dollaro, e ha restituito lo 0,54% alla valuta europea, a 163,52 yen per euro.
Lo yen è caduto lunedì dopo l’attesissimo discorso del governatore della Banca del Giappone (BoJ), che si è astenuto dal fornire ulteriori indizi sul calendario di un possibile prossimo rialzo dei tassi.
Intorno alle 10:50, la valuta giapponese ha ceduto lo 0,31% rispetto al biglietto verde, a 154,79 yen per dollaro, e ha restituito lo 0,54% alla valuta europea, a 163,52 yen per euro.
La valuta giapponese, in ribasso da diversi mesi, aveva recuperato parte delle perdite venerdì in attesa del discorso, l’ultimo del governatore della Banca del Giappone, previsto prima della riunione del 18 e 19 dicembre.
Ma lo yen è caduto di nuovo lunedì, “in assenza di un chiaro segnale che i tassi di interesse sarebbero aumentati il mese prossimo”, dice Kathleen Brooks di XTB.
“I tempi effettivi degli aggiustamenti continueranno a dipendere dagli sviluppi dell’attività economica e dei prezzi, nonché dalle future condizioni finanziarie”, ha detto lunedì Kazuo Ueda agli imprenditori locali a Nagoya, secondo quanto riportato dal Japan Times.
Una formula enigmatica che contrasta con il tono più fermo di Jerome Powell, il suo omologo della Federal Reserve americana (Fed), che aveva spinto gli investitori a moderare le scommesse su un taglio dei tassi nella prossima riunione di dicembre.
Tuttavia, “l’entusiasmo per il dollaro sta svanendo ora che gli investitori stanno iniziando a valutare come sarà effettivamente la presidenza Trump”, afferma Kathleen Brooks.
Ci sono molte domande sull’identità del futuro ministro del Tesoro ma anche, tra gli altri, del responsabile del Commercio estero.
È probabile che “la persona prescelta sarà favorevole all’introduzione dei dazi”, ma la scelta di Donald Trump “potrebbe influenzare i tempi e l’entità dei dazi che verranno introdotti, il che è importante per l’andamento del dollaro americano”. sottolinea Lee Hardman, analista della MUFG.
Un aumento dei dazi doganali sarebbe un fattore rialzista per la valuta americana.
Sul fronte delle criptovalute, il bitcoin è salito solo dello 0,22% a 91.944 dollari, dopo essere salito di oltre il 30% dal 5 novembre e dall’elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti.