Gli armatori di navi portacontainer vedono l’orizzonte finanziario schiarirsi

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In un porto di Qingdao, provincia di Shandong (Cina), 14 maggio 2024. STR/AFP

Il fondo dell’onda è durato solo pochi mesi per gli armatori di navi portacontainer, che paradossalmente hanno approfittato di un clima teso: la deviazione delle navi attraverso il Capo di Buona Speranza per evitare attacchi dei ribelli Houthi yemeniti nel Mar Rosso allunga i viaggi e quindi il numero di imbarcazioni per fornire lo stesso servizio; di fronte al rischio di penuria di mezzi di trasporto e di disorganizzazione di alcuni porti, gli spedizionieri anticipano le consegne in Europa e Nord America; Questo aumento della domanda porta ad un aumento dei noli spot fissati dagli armatori, e quindi dei loro profitti. Tutto questo in un contesto di rilancio della guerra tariffaria tra Cina, Stati Uniti ed Europa.

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“Sei mesi fa, immaginavamo che il 2024 fosse una passeggiata nel deserto. Adesso ovviamente è cambiato tutto”, ha riassunto Peter Sand, capo analista di Xeneta, durante la fiera portuale dell’11 giugno a Rotterdam, nei Paesi Bassi. Pertanto, i prezzi praticati ai produttori e alla grande distribuzione per il trasporto delle loro merci – normalmente più bassi in questo periodo dell’anno – sono aumentati dall’inizio dell’anno.

Il prezzo medio riflesso dall’indice composito (World Container Index) della britannica Drewry è passato da 1.400 dollari (1.310 euro) di fine novembre 2023 a 4.801 dollari del 13 giugno. Su alcune corse tra porti cinesi e porti europei o americani si arriva addirittura a 6.000 o 7.000 dollari. Il picco di 10.000 dollari di questo indice, raggiunto nel settembre 2021, potrebbe essere raggiunto nuovamente sulle direttrici Asia-Nord Europa, avverte l’agenzia Bloomberg. I tassi medi sono comunque molto più alti (+238%) rispetto a quelli del 2019, prima della crisi sanitaria, ricorda la Drewry.

Più navi e container per fornire lo stesso servizio.

Traumatizzati dal ricordo del periodo legato alla pandemia da Covid-19, i clienti delle compagnie di navigazione temono la mancanza di navi e i colli di bottiglia per la fine dell’estate, periodo in cui i grandi distributori sono soliti rifornirsi in previsione dell’aumento della domanda di beni di consumo a livello fine anno. Nel 2024 hanno anticipato di diversi mesi e riservato capacità di trasporto a partire dalla fine dell’inverno. Alla fiera di Rotterdam, il capo della società di consulenza danese Vespucci Maritime, Lars Jensen, ha assicurato che il settore si ritrova “sicuramente in territorio pandemico”.

Dall’inizio degli scioperi Houthi alla fine del 2023, il transito di container attraverso il Canale di Suez è stato ridotto di circa l’80%, ha calcolato Bloomberg Intelligence. Bypassando l’Africa, le navi impiegano almeno due settimane in più per collegare Shanghai, in Cina, a Le Havre, nella Senna Marittima, o ad Anversa-Bruges, in Belgio.

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