Leasing sociale, bonus sull'acquisto di un'auto elettrica… aspettiamo sempre con impazienza ciò che ci prepara il nuovo governo di Michel Barnier, primo ministro dal 5 settembre. Ma non c’è più alcun dubbio che questi aiuti saranno meno generosi o più restrittivi, dal momento che la dotazione governativa è stata ridotta da 1,5 miliardi di euro nel 2024, a 700 milioni di euro per il 2025.
Aspettando, apprendiamo che una delle misure di aiuto esistenti da diversi anni sta pagando il prezzo di questa caccia ai risparmi di Bercy: il bonus di conversione. O “bonus rottamazione”, come diciamo spesso. Secondo i nostri colleghi di BFM Business, verrebbe semplicemente rimosso dal 2025.
Non il dispositivo più costoso
Ricordiamo che il bonus di conversione permetteva di ricevere fino a 5.000 euro (a seconda di determinate condizioni di reddito) per l'acquisto di un'auto elettrica, a condizione di rottamare in cambio un modello inquinante. Un sistema contestato da alcuni perché condannava alcune auto cosiddette “inquinanti” che avrebbero potuto avere una seconda vita per le persone in difficoltà. Ma d’altro canto, per i professionisti del settore automobilistico, è stato un buon modo per rinnovare il parco veicoli.
Se il sistema, ridotto anno dopo anno, non fosse il più costoso – parliamo di 150.000 milioni di euro dall’inizio del 2024 – farà risparmiare. Quanto ai 700 milioni di euro, sarebbero ancora sul tavolo. Forse con una piccola busta in più.
Sempre secondo i colleghi di BFM Business, per compensare i grandi tagli, il governo prenderebbe in considerazione l’idea di aggiungere circa 300 milioni di euro al suo PLF 2025 grazie ai “certificati di risparmio energetico”. Secondo il principio “chi inquina paga”, alcuni fornitori di energia sarebbero costretti a finanziare azioni di conservazione energetica. Incentivando in particolare l’acquisto di camion e mezzi pesanti elettrici. Ciò resta ancora da chiarire.