Venerdì 8 novembre l'ex primo ministro Gabriel Attal ha assicurato al Senato di aver preso “decisioni forti” quando era a Matignon per frenare lo scostamento di bilancio. “Abbiamo ricevuto avvisi [sur la dégradation des finances publiques] e abbiamo preso, credo, decisioni forti”ha affermato l'ex capo del governo, ascoltato dai senatori nel quadro di una missione d'informazione sulla deriva dei conti pubblici, davanti ad una commissione d'inchiesta dell'Assemblea nazionale.
“Abbiamo rivisto le previsioni di crescita, abbiamo aumentato l'obiettivo del deficit, abbiamo deciso di risparmiare 20 miliardi di euro durante l'anno e abbiamo preparato un bilancio statale con 15 miliardi di euro di risparmio.ha sostenuto Attal, oggi leader dei deputati macronisti Ensemble pour la République (EPR, ex-Rinascimento). “Non credo che in passato, in un periodo di tempo così breve, un governo abbia individuato e osato realizzare così tanti risparmi”insisteva, credendo di averlo fatto “un’elevata consapevolezza della tensione sulle nostre finanze pubbliche” quando era Rue de Varenne.
Gabriel Attal, invece, ha trovato “scandaloso” IL “processo politico e mediatico” rivolto all'ex ministro dell'Economia Bruno Le Maire, dandogli il benvenuto “ossessione di far uscire la Francia dal debito”.
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Bruno Le Maire si difende da ogni “errore” o “occultamento”
Il Senato, la cui maggioranza di destra e di centro era all'opposizione fino alla nomina di Michel Barnier a Matignon, negli ultimi anni si era dimostrato molto offensivo nei confronti di Bercy e del signor Le Maire, regolarmente accusati “insincerità” et “opacità” verso il Parlamento. Giovedì l'ex ministro dell'Economia ha smentito davanti agli stessi senatori qualsiasi cosa ” errore ” O “occultamento” di fronte al significativo deterioramento delle finanze pubbliche francesi.
Il disavanzo pubblico è previsto quest’anno al 6,1% del prodotto interno lordo (PIL), una cifra molto lontana dal 4,4% previsto nell’autunno del 2023 e dal 5,1% previsto in primavera, dopo la rivalutazione da parte del precedente esecutivo. Scenderebbe solo al di sotto del 3% del Pil autorizzato dall’Unione Europea nel 2029, rendendo la Francia una cattiva studentessa dell’Unione. Questo slittamento ha sollevato interrogativi sull’attendibilità delle previsioni della precedente maggioranza macronista.
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Il 15 novembre il Senato dovrà ascoltare anche il predecessore di Gabriel Attal, Elisabeth Borne. La Camera alta esaminerà, a partire dalla prossima settimana, la bozza di bilancio 2025 e il “60 miliardi” di euro di risparmio che pianifica.