La Francia continua a creare più fabbriche di quante ne chiude, ma la dinamica sta perdendo slancio

La Francia continua a creare più fabbriche di quante ne chiude, ma la dinamica sta perdendo slancio
La Francia continua a creare più fabbriche di quante ne chiude, ma la dinamica sta perdendo slancio
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Il barometro elaborato dalla Direzione Generale delle Imprese (DGE) mostra la creazione (o l'espansione) netta di 8 stabilimenti nei primi sei mesi dell'anno. Il saldo ha raggiunto 189 creazioni o estensioni nell'intero 2023.

La Francia continua a creare fabbriche. Gli annunci di chiusura di stabilimenti da parte della Michelin o il desiderio di venderne altri al fornitore automobilistico Valeone non dovrebbero oscurare le cifre reali. E, per il momento, continuano a dimostrare che la Francia crea più fabbriche di quante ne chiude. Il barometro delle fabbriche in Francia, stabilito dalla Direzione Generale delle Imprese (DGE), mostra che il saldo tra creazione e chiusura di fabbriche rimane positivo, secondo il quotidiano Gli Echi.

Nella prima metà del 2024, si vede ancora “un moderato incremento delle aperture e degli ampliamenti dei siti industriali, con 36 aperture nette”precisa il DGE. Se non si considerano gli ampliamenti, ma solo le aperture di nuovi siti, il risultato è comunque leggermente negativo, pari a -8 siti. Soprattutto, il bilancio segna una decelerazione molto netta rispetto al bilancio degli anni 2022 e 2023, segnato da creazioni/estensioni nette di +176 e +189. Questo rallentamento, tuttavia, non impedisce al DGE di stimarlo “Non mettere in discussione il reindustrializzazione della Francia » e quello “i risultati rimangono in linea con gli obiettivi di reindustrializzazione”.

I settori più dinamici restano, non a caso, quelli legati all'industria green, con un saldo positivo pari a +21. Il 60% delle installazioni industriali riguarda il settore delle energie rinnovabili (batterie, fotovoltaico, pompe di calore, eolico, idrogeno). Anche i trasporti a zero emissioni di carbonio (in particolare i veicoli elettrici) rimangono dinamici. In grande sofferenza, invece, i settori automobilistico (6 chiusure in netto) o energivoro (plastica a -3). Il che dimostra che pesano i costi dell'energia o le difficoltà dell'automobile.

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