C'è attrito da parte del governo per quanto riguarda le tasse sull'elettricità. La ministra dell'Energia, Agnès Pannier-Runacher, ritiene che la misura sia controproducente e si batte per l'assenza di aumenti delle tasse sulle diverse energie.
Agnès Pannier-Runacher non vede di buon occhio l'imposta sull'elettricità
Il dibattito sulla tassazione energetica continua ad infuriare in Francia, mentre si profilano le scelte di bilancio del governo per il 2025. Agnès Pannier-Runacher, ministro della Transizione ecologica, ha appena chiarito la sua posizione durante un intervento sull'altopiano del Grand Rendez-vous Europe 1/ Cnews/Les Échos. COSÌ, si oppone fermamente all'aumento delle tasse sull'elettricità. In generale è a favore di una tassazione moderata dell'energia. Questa scelta, che lei definisce pragmatica, fa parte di una visione strategica volta a preservare la sovranità energetica della Francia soddisfacendo al tempo stesso gli imperativi della transizione ecologica.
In un contesto in cui il governo sta valutando una revisione della tassazione energetica per colmare un deficit di bilancio di 40 miliardi di euro nel 2025, Agnès Pannier-Runacher difende l'idea che lui è” controproducente » tassare di più l'energia elettrica. “ È meglio sostenere l’elettricità piuttosto che il gas« dice il ministro. Lei sostiene questa affermazione insistendo sul fatto che l’elettricità in Francia è un’energia” sovrano e senza emissioni di carbonio“. Pertanto, contribuisce non solo all'occupazione ma anche all'indipendenza energetica del Paese. Aggiunge che tassare l'elettricità rappresenterebbe un ostacolo economico ed ecologico.
Opposizione alle tasse elevate sull’energia
Secondo Pannier-Runacher l'aumento dell'imposta sul consumo finale di elettricità (TICPE) comprometterebbe l'attrattiva del settore energetico. Soprattutto, si rischierebbe di colpire direttamente le classi medie. Inoltre, il ministro insiste sulla necessità di evitare rallentare le industrie basate sull’energia elettricain un momento in cui l'Europa cerca di liberarsi della sua dipendenza dal gas, soprattutto di origine russa.
Questa posizione arriva in un momento in cui la Francia e i suoi partner europei stanno lottando per coordinarsi su una politica energetica comune. In effetti, garantire gli approvvigionamenti riducendo al tempo stesso le emissioni di carbonio è una priorità.