La Commissione ha inoltre aggiunto 590 milioni di euro di crediti aggiuntivi per combattere la frode fiscale.
Giovedì la Commissione Finanze dell'Assemblea Nazionale ha chiarito le misure di risparmio del governo sulla dotazione stanziata per la lotta all'evasione fiscale nel progetto di bilancio 2025, aggiungendo 4.500 posti di funzionario pubblico e una spesa di 590 milioni di euro.
Gli emendamenti presentati dal Nuovo Fronte Popolare e votati prevedono la creazione di 4.000 posti di ispettori finanziari, responsabili di “rafforzare la lotta contro le grandi frodi fiscali” (230 milioni di euro) e 500 posti di funzionario doganale (26 milioni di euro).
550 posti in meno al DGFiP
I deputati hanno così annullato la soppressione di 550 posti nella direzione generale delle finanze pubbliche (DGFiP), una delle misure faro del governo per risparmiare denaro.
I progetti della PFN prevedono anche, in particolare, la creazione, per 88 milioni di euro, di un “servizio di consulenza dedicato allo studio degli schemi di frode”. La Commissione ha aggiunto un totale di 590 milioni di euro in crediti supplementari alla dotazione destinata alla lotta contro la frode fiscale, ha stimato la sua vicepresidente, la deputata LR Véronique Louwagie.
In questo contesto, i rappresentanti dei partiti governativi e della RN hanno respinto il testo. “Avete deciso un aumento molto significativo dei bisogni, che non corrisponde ai vincoli che abbiamo”, ha detto il deputato dell'Ensemble pour la République Jean-René Cazeneuve, che ritiene che il progetto del governo sia stato “deformato”.
“Sovradimensioniamo i bisogni e ci stiamo prendendo in giro, è tutto in eccesso e nulla verrà trattenuto, è un peccato”, ha lamentato la deputata democratica Perrine Goulet.
Previsto voto sulle entrate
La sinistra, al contrario, ha votato a favore di questo testo rivisto. “Si tratta di servizi che attualmente si trovano in gravi difficoltà, anche se stanno portando avanti una missione molto importante” ha giustificato il relatore del testo, il deputato della LFI Jérôme Legavre.
Tuttavia non è sicuro che questi emendamenti verranno adottati nell’emiciclo. Prima di discutere questa parte del bilancio relativa alle “spese”, i deputati devono votare sulla parte “entrate”, che ha visto ancora una volta i partiti di sinistra aumentare considerevolmente le misure fiscali del governo.
Su questo punto ha previsto un voto solenne il 7 novembre, ma potrebbe essere rinviato “di qualche giorno se necessario”, secondo una fonte governativa, la quale ammette che il ricorso all'articolo 49.3 – che consente l'adozione di un testo senza votare, salvo mozione di censura – come ultima risorsa “resta una possibilità”.