i lavoratori di questo paese protestano contro il calo della produzione

i lavoratori di questo paese protestano contro il calo della produzione
i lavoratori di questo paese protestano contro il calo della produzione
-

Migliaia di dipendenti Stellantis in Italia hanno manifestato nelle strade di Roma per criticare il “disimpegno” del produttore nel Paese e il crollo della produzione.

Migliaia di dipendenti Stellantis hanno manifestato venerdì per le strade della capitale italiana per denunciare il “disimpegno” del produttore nel Paese. Tamburi e fischietti in mano, circa 20.000 dipendenti del gruppo e dei suoi fornitori hanno risposto all’appello per uno sciopero di 24 orechiedendo garanzie sull’uso e sulla produzione di nuovi modelli. La manifestazione si è estesa anche a Torino, dove si sono mobilitati 300 dipendenti.

I sindacati italiani descrivono questo sciopero come“storico”la prima dopo più di quarant’anni negli ex stabilimenti dell’ammiraglia nazionale Fiat. Affermano che il calo della produzione e l’incertezza economica minacciano di spingere l’industria automobilistica italiana in una crisi senza precedenti.

Produzione in caduta libera

Dalla fusione di FCA e PSA nel 2021, Stellantis si trova ad affrontare un drastico calo della produzione in Italia. Secondo i dati della federazione metallurgica FIM-CISL, la produzione del gruppo nella penisola è scesa del 31,7% nei primi nove mesi del 2024, attestandosi a soli 387.600 veicoli. Si tratta del peggior risultato dal 1956. Per Ferdinando Uliano, segretario generale della FIM-CISL, la produzione annua per il 2024 difficilmente potrebbe superare le 500.000 unità, ben al di sotto delle 751.000 vetture prodotte nel 2023.
Questi dati allarmanti contrastano con gli impegni di Carlos Tavares, amministratore delegato di Stellantis, che aveva promesso nel 2023 di aumentare la produzione in Italia a un milione di veicoli entro il 2030. Obiettivo però sembra sempre più irraggiungibile, soprattutto a causa del rallentamento vendite di veicoli elettrici in Europa.

Una crisi industriale senza precedenti per Stellantis?

Le difficoltà incontrate da Stellantis in Italia sono in gran parte spiegate dal crollo del mercato europeo dei veicoli elettrici. Dalla fine del 2023 le vendite sono stagnanti, penalizzate dall’assenza di modelli accessibili, mentre l’Unione Europea prevede di vietare la vendita di veicoli termici entro il 2035. Questa situazione ha portato alla cessazione della produzione in diversi stabilimenti italiani. Così, la produzione della Fiat 500 elettrica nello stabilimento di Mirafiori, vicino a Torino, è sospesa da settembre e non riprenderà fino a novembre.
Il rapporto tra Stellantis e il governo italiano, guidato da Giorgia Meloni, è sempre più teso. Roma accusa Stellantis di delocalizzare gran parte della produzione in paesi a basso costo, a scapito delle fabbriche italiane. Durante un’audizione al Parlamento italiano in ottobre, Carlos Tavares non ha convinto né i deputati né i sindacati, chiedendo più sussidi e denunciando gli alti costi di produzione in Italia, in particolare a causa del prezzo dell’energia.
Dopo la fusione con PSA, Stellantis ha già ridotto la propria forza lavoro in Italia di oltre 10.000 persone, portando il numero dei dipendenti a circa 40.000. Il rallentamento del mercato sta colpendo anche altri paesi come la Francia, dove fabbriche come Poissy, Douvrin e Caen ha vissuto anche molti giorni di disoccupazione parziale.

Con fabbriche inattive, meno ordinativi e lavoratori precari, il modello economico di Stellantis in Italia sembra più fragile che mai, in un contesto in cui le trasformazioni del settore automobilistico verso l’elettrico incontrano grossi ostacoli.

-

PREV Ha contestato il suo licenziamento per aver inviato, tra l'altro, un invito a una festa di scambisti: l'ex dirigente della Valeo ha rifiutato
NEXT l'Assemblea respinge l'aumento dell'imposta sull'elettricità