il fondatore del colosso Haichang condannato a tre anni di carcere per riciclaggio di denaro

il fondatore del colosso Haichang condannato a tre anni di carcere per riciclaggio di denaro
il fondatore del colosso Haichang condannato a tre anni di carcere per riciclaggio di denaro
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Naijie Qu, un ricco uomo d’affari cinese, fondatore e capo del gruppo Haichang, ha sviluppato una passione per i vini bordolesi. Nella vigna dove aveva una tavola aperta, alcuni lo soprannominarono “l’uomo dei 25 castelli”. L’avventura si è conclusa questo mercoledì davanti al tribunale penale…

Naijie Qu, un ricco uomo d’affari cinese, fondatore e capo del gruppo Haichang, ha sviluppato una passione per i vini bordolesi. Nella vigna dove aveva tavolata aperta, alcuni lo soprannominarono “l’uomo dei 25 castelli”. L’avventura si è conclusa mercoledì davanti al Tribunale penale di Parigi che lo ha condannato a tre anni di carcere e un milione di euro di multa per riciclaggio, appropriazione indebita di fondi pubblici ed evasione fiscale.

Sequestrati 35 milioni di beni

La giustizia accusa l’imprenditore di aver effettuato i suoi acquisti grazie ai sussidi cinesi inizialmente destinati all’innovazione digitale. Un circuito opaco che coinvolgeva le filiali francesi di Haichang e una società con sede nelle Isole Vergini britanniche avrebbe permesso di nascondere il fatto che ogni acquisto di castelli era in realtà effettuato da una società con sede a Hong Kong. Falsi atti notarili anticipati dell’acquisto dei beni avrebbero inoltre consentito ad Haichang di ottenere un prestito bancario di 30 milioni di euro (poi rimborsato).

La rivelazione della vicenda suscitò grande emozione nella Gironda negli anni 2010 mentre il mercato di Bordeaux non risparmiava sforzi per attirare ricchi investitori cinesi. Perseguita anche la società di contabilità allora diretta dal presidente della CCI Pierre Goguet è stata assolta.

I tribunali hanno ordinato la confisca dei nove castelli sequestrati, portando l’importo dei beni confiscati in questo caso a oltre 35 milioni.

Un collaboratore di Naijie Qu è stato condannato a 18 mesi di carcere e a una multa di 50.000 euro per falso e frode.

“Queste persone non hanno preso soldi da nessuno. Sono accusati di aver dirottato i sussidi in Cina dove non esiste alcun procedimento contro di loro. Per quanto riguarda i prestiti, sono stati rimborsati. L’amministrazione finanziaria non ha sporto denuncia. Eppure li condanniamo” commenta Me Delhomme, l’avvocato dell’imprenditore che intende sporgere denuncia.

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