“Questa domanda non è l’unica”, ritiene il sociologo André Lucrèce, che evoca una “grande crisi sociale”

“Questa domanda non è l’unica”, ritiene il sociologo André Lucrèce, che evoca una “grande crisi sociale”
“Questa domanda non è l’unica”, ritiene il sociologo André Lucrèce, che evoca una “grande crisi sociale”
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“Martinica, elementi di analisi di una grande crisi sociale”, è il tema della nuova rubrica del sociologo martinicano André Lucrèce. Nel suo discorso alla stampa, egli ritiene che chiudendoci soltanto nella questione dell’alto costo della vita, pratichiamo una cecità istintiva nei confronti della grande crisi sociale che colpisce il paese. Lo scrittore associa questo alla famiglia , risultati scolastici, povertà, ma anche sanità, droga, ambiente e invecchiamento della popolazione.

Il sociologo martinicano André Lucrèce non esita a prendere in mano la penna del suo osservatore, ogni volta che l’isola si confronta con sconvolgimenti sociali.

Inizia la sua nuova rubrica con un argomento di attualità, in questo caso l’alto costo della vita; ma lo scrittore lo considera “questa domanda non è l’unica”in quello che identifica come a “grande crisi sociale”.

“Se ci rinchiudiamo nel solo problema del costo della vita, siamo ciechi istintivo, in merito alla grave crisi sociale che colpisce il nostro Paese. Certamente, il costo della vita è una delle domande vitali che dobbiamo risolvere, come il differenziale tra i prezzi di vendita di beni di prima necessità in Francia e Martinica, risulta scandalosa.

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Una nuova manifestazione è organizzata questa domenica, 8 settembre.

©Cécile Marre

Subiamo gli effetti di una dipendenza derivante da una colonialità che tende a prolungare a rapporto politico ed economico che non corrisponde allo status di dipartimento. Ma questa domanda non è l’unica. Diversi elementi hanno effettivamente attirato la mia attenzione riguardo l’evoluzione della condizione umana in atto nella nostra società martinicana.

  • “Tendenza alla decivilizzazione”

Ho sottolineato che alcune mie analisi potrebbero farci temere che la nostra società tenderà verso lo status diuna casetta morale e intellettuale che si deteriora sempre più. Ho anche sottolineato che questa tendenza alla decivilizzazione non è un’opinione, ma un’analisi basata su un’attenta osservazione. Questo lavoro richiedeva un’intelligibilità più ampia e una messa a nudo che rivelasse la profondità degli orientamenti significanti odierni.

  • “Socializzazione problematica”

In Martinica, la famiglia, questa società domestica, si è evoluta notevolmente e non nel buon senso. Pertanto, gli alloggi nei complessi residenziali di tipo HLM sono occupati per il 60/100 da madri. single. Tuttavia, in assenza del padre, la civiltà del bambino non è costruita socialmente. Questa assenza è un fenomeno che molto spesso causa una socializzazione problematica.

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Sequestro record di oltre 10 tonnellate di cocaina al largo delle coste della Martinica nella notte tra il 14 e il 15 agosto 2024.

©Forze armate delle Antille

Per quanto riguarda il risultati accademici, osserviamo due poli: giovani che fanno studi brillanti con risultati favorevoli agli esami di ammissione alle scuole maggiori – sono questi che spesso lasciano il loro Paese – e un polo opposto che va male a livello accademico. Oggi, sempre più giovani lasciano il paese mancanza di strutture formative, in particolare per quanto riguarda l’apprendistato. Restano coloro che confidano traffico variodove la droga molto spesso trionfa. Mentrein tre anni hanno chiuso dieci librerie le loro porte.

  • “Prendi l’aereo per farti curare”

Il nostro Paese è anche un Paese che soffre, nel XXI secolo, di povertà: Il 27% dei Martinicani vive al di sotto della soglia di povertàovvero 45.000 famiglie secondo l’INSEE. Un Paese che invecchia dove c’è un deserto medicoun Paese dove chi può è costretto a prendere l’aereo per farsi curare a 7.000 chilometri di distanza. Un Paese i cui corpi portano dentro di sé residui di clordeconerespiri di sargassofumi da centri di riciclaggio in fallimento.

  • “Dimentichiamo ciò che dobbiamo ai nostri anziani”
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Solidarietà verso gli anziani o in fine vita (illustrazione).

©CHINNAPONG

Un paese dove pistole sono strumenti appassionati. Un Paese in cui dimentichiamo ciò che dobbiamo ai nostri anziani, le radici più profonde. Un Paese che fa piangere un’anziana signora che ha aspettato quasi tre ore e che piange perché finalmente le viene detto: oggi l’autobus non arriva”.

(André Lucrèce, scrittore, critico letterario e Sociologo Martinicano).


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