Il prestigioso marchio Perrier (gruppo Nestlé) attraversa una zona di turbolenza. Il prefetto del Gard ha intimato alla società di “sospendere immediatamente” l’esercizio di una delle sue captazioni d’acqua nel sito di produzione di Perrier, a Vergèze, vicino a Nîmes, con un decreto del 19 aprile. Si segnala che questo bacino “presentava un episodio di contaminazione a partire dal 10 marzo 2024 e per diversi giorni da parte di germi testimoni di contaminazione di origine fecale”, tipo E. coli. Per precauzione è stato necessario distruggere due milioni di bottiglie.
Se Perrier vuole essere rassicurante e certifica che nessuna bottiglia contaminata è stata trovata in circolazione nei supermercati o nel settore Horeca, ciò nondimeno ne offusca l’immagine. E se Perrier gestisce altri siti di raccolta, la sua produzione risente sicuramente della chiusura del sito di Vergèze. E gli intoppi sembrano tutt’altro che limitati a questo episodio. Perché se Perrier puntava, nel 2010, a produrre 2 miliardi di bottiglie all’anno, questo obiettivo sarà raggiunto solo a costo di violare la normativa sulle acque minerali francesi. Un’indagine di Le Monde e - ha rivelato lo scorso gennaio che Nestlé ha ammesso pratiche di purificazione vietate. Pur certificando di aver cessato queste pratiche nel 2021. Il che non è senza conseguenze visto che la produzione, a Vergèze, è scesa da 1,7 a 1,2 miliardi di bottiglie tra il 2021 e il 2023.
Dopo diverse ristrutturazioni negli ultimi anni e di fronte alle difficoltà nel produrre abbastanza bottiglie di Perrier, l’azienda ha deciso di cambiare strategia. Nestlé investirà 50 milioni per sviluppare la produzione di bevande energetiche e bevande aromatizzate, meno restrittive in termini di composizione. Abbastanza per ridare colore a Perrier, il cui fatturato in Francia è passato da 223 milioni a 150 milioni di euro tra il 2018 e il 2023, secondo Le Figaro. Sperando che il successo di Perrier sia di nuovo pazzesco.
