Nel mezzo del conflitto con l’UE sui veicoli elettrici, il Paese si vendica del cognac

Nel mezzo del conflitto con l’UE sui veicoli elettrici, il Paese si vendica del cognac
Nel mezzo del conflitto con l’UE sui veicoli elettrici, il Paese si vendica del cognac
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Da una parte i veicoli, dall’altra il cognac… Cina e Unione Europea sono nel mezzo di una situazione di stallo commerciale. Da venerdì Pechino richiederà agli importatori di cognac europeo di versare un deposito alla dogana cinese. Questa decisione arriva dopo che l’UE ha imposto ulteriori sovrapprezzi sui veicoli prodotti in Cina.

Questa misura si inserisce in un contesto di crescenti tensioni tra la Cina e l’Unione Europea (UE), un partner commerciale essenziale per il gigante asiatico. Negli ultimi mesi la Commissione Europea ha avviato una serie di procedure nei confronti della Cina. La più emblematica riguarda i veicoli elettrici cinesi venduti nell’Ue. Bruxelles considera i loro prezzi artificialmente bassi a causa dei sussidi statali che, secondo Bruxelles, distorcono la concorrenza.

Il rischio di una guerra commerciale

Venerdì i paesi membri dell’UE hanno confermato con una votazione l’imposizione di dazi doganali sulle auto elettriche importate dalla Cina, nonostante l’opposizione dei tedeschi che temono una guerra commerciale con Pechino. La Commissione Europea ha ora mano libera per aggiungere all’imposta del 10% già in vigore una sovrattassa fino al 35% sui veicoli a batteria di fabbricazione cinese. Questi dazi compensativi dovrebbero entrare in vigore alla fine di ottobre.

La Cina aveva avvertito che avrebbe adottato “tutte le misure necessarie” per rispondere. “Dall’11 ottobre 2024, gli importatori saranno tenuti, quando importeranno brandy dall’Unione Europea, a fornire il deposito corrispondente alla dogana della Repubblica popolare cinese”, ha dichiarato il Ministero del Commercio cinese. Tale deposito cauzionale verrà addebitato retroattivamente nel caso in cui la Cina decida formalmente di applicare sovrattasse doganali per compensare la concorrenza ritenuta sleale dai produttori europei di brandy.

Cognac francese in prima linea

Pechino, che a gennaio aveva aperto un’indagine sui brandy europei, alla fine di agosto aveva annunciato di aver trovato prove di dumping. Il cognac, specialità francese, rappresenta da solo il 95% dei brandy europei. Martedì, il Ministero del Commercio ha ricordato che stava svolgendo anche “inchieste antidumping e compensative su carne di maiale, sottoprodotti della carne di maiale e prodotti lattiero-caseari importati dall’UE”.

“Allo stesso tempo, la Cina sta studiando misure come l’aumento dei dazi doganali sui veicoli a benzina di grande cilindrata importati”, ha aggiunto il ministero. “Facciamo appello al nostro governo affinché vengano finalmente presi i passi necessari per porre fine a questa escalation di cui siamo ostaggio e il cui esito è oggi più minaccioso che mai. Queste tasse devono essere sospese prima che sia troppo tardi”, ha reagito martedì il BNIC in un comunicato stampa. L’Ue ha assicurato che prenderà in considerazione la possibilità di sostenere i produttori europei di brandy “di fronte agli effetti negativi di questa decisione ingiustificata del governo cinese”.

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