Secondo l’INSEE, le grandi imprese hanno realizzato nel 2022 un fatturato complessivo di 1.834 miliardi di euro, ovvero poco più di un terzo “del valore aggiunto e del fatturato di tutte le imprese non finanziarie e non agricole a livello nazionale”.
Grandi aziende nel mirino dello Stato. Invitato sul set di France 2 nel corso della trasmissione “L’évolution”, questo giovedì sera, il primo ministro Michel Barnier è tornato sui suoi piani, in materia fiscale, cercando sia di chiarirli sia di rassicurare il settore privato francese. Nel dettaglio, “300 aziende” solo, che hanno un fatturato superiore a “un miliardo di euro”verrà chiesto di partecipare allo sforzo nazionale, durante “un anno e forse due”ha precisato Michel Barnier. Non si tratta di minare la crescita, gli investimenti e la fiducia dei leader, ha promesso: “Non ci sarà nessuno shock fiscale”e il “quasi tutti” milioni di aziende in tutto il paese non vedranno aumentare le loro imposte.
Ma chi sono queste aziende? In realtà è difficile definire questo gruppo, poiché non esiste un elenco vero e proprio. Tuttavia, ci rivolgeremo spontaneamente al “grandi aziende”secondo il nome dell’INSEE. Gli statistici nazionali infatti definiscono a “grandi affari” come ad esempio una struttura che conta 5000 dipendenti, oppure regali “oltre 1,5 miliardi di euro di fatturato e oltre 2 miliardi di euro di totale di bilancio”. Nel 2022, in Francia se ne contavano 325 su un totale di 4,76 milioni nel Paese. Inoltre il loro fatturato complessivo è stato di 1.834 miliardi di euro, ovvero poco più di un terzo “del valore aggiunto e del fatturato di tutte le imprese non finanziarie e non agricole a livello nazionale”. “Con poche eccezioni, si tratta di multinazionali stabilite in molti paesi, francesi o stranieri”hanno aggiunto gli statistici nazionali, in un post sul blog, lo scorso novembre.
Molti dettagli da definire
L’INSEE non fornisce tuttavia ulteriori informazioni sul profilo di queste grandi imprese. Niente dice nemmeno che tutta questa categoria sarà quella interessata dalle misure del Primo Ministro, dato che queste possono, secondo la definizione, avere più di 5.000 dipendenti, ma un fatturato inferiore al limite citato da Michel Barnier.
Altrimenti potremmo pensare anche ai colossi CAC40, ovvero alle aziende aderenti all’Afep (Associazione francese delle imprese private). Tra i nomi con un record finanziario particolarmente impressionante ci sono Iliad – 9,2 miliardi di euro nel 2023 -, Accor – più di 5 miliardi di euro lo scorso anno -, Airbus – 65,4 miliardi di euro -, Axa – 27,2 miliardi di euro -, TotalEnergies – più di 237 miliardi euro -, Michelin – 28,3 miliardi di euro -, Sodexo – 22,6 miliardi di euro -, Fnac Darty – “quasi 8 miliardi” – o anche Generali France – 15,5 miliardi di euro.
Resta da vedere quali condizioni specifiche verranno definite durante i lavori parlamentari e se il fatturato dovrà essere realizzato, ad esempio, in un anno, un trimestre o un semestre. Allo stesso modo, i limiti mantenuti: 2023? 2022? – per evitare che un’impresa che ha avuto un anno negativo o, al contrario, un anno eccezionalmente positivo, esca o rientri inavvertitamente nei limiti, sarà attentamente controllata.