La Corte dei Conti critica gli affitti associativi

La Corte dei Conti critica gli affitti associativi
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A Ginevra, la Corte dei conti ritiene che gli affitti associativi aumentino il rischio di favoritismi nell’assegnazione degli alloggi sovvenzionati. Esaminando il caso di tre edifici di una fondazione di diritto pubblico, constata una mancanza di trasparenza riguardo alla situazione dei residenti.

La Corte dei conti è stata informata da un cittadino di un potenziale disfunzionamento nel processo di assegnazione degli alloggi sovvenzionati dalla HBM per tre edifici della Fondazione Camille Martin, ha segnalato giovedì in occasione della pubblicazione del suo audit di conformità. Due di loro si trovano in rue de Montbrillant e il terzo in rue de Lausanne.

In continuità con gli squat degli anni ’90, questi edifici sono gestiti da associazioni, ma non è stato firmato alcun contratto di locazione con la fondazione, a causa del mancato raggiungimento di un accordo. Il loro contratto è tacito a causa del pagamento dell’affitto. Gli abitanti delle 53 unità abitative, infatti, non sono inquilini diretti della fondazione, ma subaffittuari delle associazioni.

Controlli deboli

Questa situazione compromette il controllo giuridico delle condizioni HBM da parte dell’ufficio cantonale dell’edilizia abitativa. Fino all’ottobre 2023 la maggior parte dei subaffittuari non aveva compilato il modulo ad hoc. Sette di loro però sono sottooccupati e altri cinque non sono soggetti a sovrapprezzo nonostante il loro reddito. Solo l’ufficio può agire nei loro confronti, la fondazione non ha alcun potere.

La Corte dei conti rileva inoltre che le associazioni non rispettano il processo di assegnazione dell’HBM, poiché non hanno accesso alla banca dati che riunisce i richiedenti degli alloggi agevolati e non possono richiedere elementi che consentano di determinare il reddito dei candidati. Il rischio di cooptazione è grande.

Se il Dipartimento del Territorio, a cui fa capo l’Ufficio per gli alloggi, si impegna a garantire che l’assegnazione degli alloggi sia conforme, vorrebbe lasciare che siano le associazioni a decidere chi abita negli edifici. Invocando l’eredità degli squat, rifiuta di porre fine al contratto di locazione dell’associazione, come raccomandato dalla corte, e ammette un controllo imperfetto sull’occupazione degli alloggi.

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