Penalizzata dalle difficoltà in Kenya, Rubis vede calare la redditività

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(Borsa BFM) – L’utile operativo corrente del gruppo specializzato nella distribuzione di energia è diminuito del 20% nei primi sei mesi dell’anno, a causa di voci straordinarie.

Seduta dura per Rubis. Lo specialista della distribuzione di energia (carburante, GPL, bitume) è sceso del 10,2% questo venerdì intorno alle 16:30, mostrando uno dei maggiori cali nell'SBF 120.

I risultati semestrali dell'azienda sono stati puniti dal mercato. Nel periodo da gennaio a fine giugno, Rubis ha generato ricavi per 3,34 miliardi di euro, stabili su base annua. Il suo reddito operativo corrente ha tuttavia sofferto, scendendo del 20% a 257 milioni di euro.

Diversi elementi eccezionali peggiorano leggermente il confronto nel corso di un anno. Nella prima metà del 2023, ad esempio, Rubis ha ricevuto un pagamento eccezionale di 11 milioni di euro dal Madagascar, legato a un deficit nel 2022, quando il paese ha imposto un tetto ai prezzi dell'energia.

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Mancanza di dinamismo

“Il primo semestre del 2023 è stato caratterizzato da elementi eccezionali in Madagascar e Kenya, che hanno portato a una base di confronto particolarmente elevata sui margini lordi al dettaglio (distribuzione di carburante, ndr)”, indica a questo proposito la società.

Rubis ha anche affermato di aver sofferto della “pressione” nella distribuzione del carburante in Kenya, con proteste, inondazioni e il rallentamento economico del Paese.

L'utile netto del gruppo è sceso del 24% nel corso dell'anno, attestandosi a 130 milioni di euro.

Per quanto riguarda le prospettive, Rubis ha confermato che per il 2024 punta a un utile lordo operativo compreso tra 725 e 775 milioni di euro.

Per Oddo BHF, questa pubblicazione conferma “la mancanza di slancio (dinamismo)” nell'attività del gruppo. L'ufficio di ricerca ha abbassato il suo obiettivo di prezzo da 39 euro a 35 euro e ha ribadito il suo consiglio di “neutralità”.

“La strategia attuata finora non sta dando i suoi frutti, il che potrebbe spingere gli azionisti con un profilo attivista ad aumentare la loro pressione”, suggerisce l’ufficio ricerche.

A marzo, il famoso imprenditore Vincent Bolloré era entrato nel capitale del gruppo prendendone il 5%, il che aveva spinto il prezzo delle azioni della società. Il mercato aveva apprezzato l'annuncio perché Vincent Bolloré è noto per avere un eccellente track record nelle sue partecipazioni azionarie in borsa. Anche gli imprenditori Patrick Molis e Ronald Sämann avevano superato il 5% del capitale nel processo.

Lo scorso giugno, Patrick Molis aveva cercato di rinnovare gran parte del consiglio di amministrazione di Rubis e quindi imporre una rivoluzione di palazzo. Ma le sue proposte erano state tutte respinte dagli azionisti di Rubis in un'assemblea generale, anche se con una maggioranza relativamente piccola. Ronald Sämann si è unito al consiglio.

Julien Marion – ©2024 Borsa BFM

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