“In Italia si stanno distruggendo le regole del dibattito intellettuale”

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Antonio Scurati sul red carpet, alla Mostra del Cinema di Venezia, 6 settembre 2024. MARCO BERTORELLO/AFP

Il 5 e 6 settembre la Mostra del Cinema di Venezia, che si è chiusa sabato 7, ha proiettato, fuori concorso, gli otto episodi di Signor Bambino del Secolola serie diretta dall'inglese Joe Wright sull'inventore del fascismo, Benito Mussolini. La sera del 6 è stato annunciato il nome del nuovo ministro della Cultura italiano, Alessandro Giuli, 48 anni, che in gioventù è stato militarmente in un gruppo neofascista. A novembre 2023, gli ambienti culturali erano già commossi dall'arrivo alla guida della Biennale di Venezia, l'istituzione che sovrintende alla Mostra, di Pietrangelo Buttafuoco, un intellettuale siciliano che non nasconde le sue simpatie per l'estrema destra.

Leggi il sondaggio (2024): Articolo riservato ai nostri abbonati Con Pietrangelo Buttafuoco la Biennale di Venezia è immersa nella confusione politica e artistica

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Basti dire che l'anteprima di Signor Bambino del Secolo ha trovato, in questo contesto teso, un'eco particolare. Adattata dal bestseller omonimo di Antonio Scurati, i cui primi tre volumi sono stati pubblicati in Francia da Les Arènes tra il 2018 e il 2023, la serie riprende il suo principale atto d'armi: moltiplicando i punti di vista soggettivi, accentua gli effetti di prossimità tra Mussolini, interpretato da Luca Marinelli, e lo spettatore. Prima di una messa in onda in Francia, prevista per il 2025, da parte di Pathé, che la coproduce, lo scrittore spiega a Mondo le molle e i paletti di questo adattamento, di cui ha seguito da vicino tutte le fasi. A 55 anni, il napoletano coglie l'occasione per denunciare la morsa che la presidente del consiglio di estrema destra, Giorgia Meloni, sta esercitando sulla cultura del suo Paese.

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È insignificante che “Mr. Child of the Century” sia stato diretto non da un italiano, ma da un inglese, in questo caso Joe Wright?

La sua nazionalità ha poca importanza. Il contributo di Joe Wright è prima di tutto artistico. Prima di incontrarlo, apprezzavo già il suo lavoro, soprattutto nell'adattamento letterario, ma mi sembra che sia su M. che ha espresso più chiaramente il suo talento di autore. Joe Wright aveva, per sua stessa ammissione, una conoscenza limitata del fascismo. L'ha approfondita leggendo i miei libri, che gettano uno sguardo nuovo, mi sembra, su Mussolini.

Avevi dubbi sull'appropriatezza di questo adattamento?

Durante la stesura della sceneggiatura, sì, sono sorti dei dubbi. Ma non mi sono mai pentito di aver rinunciato ai diritti dei miei romanzi affinché potessero essere adattati. Le serie sono rivolte a un pubblico molto vasto. È questo che ho sempre difeso: l'idea di un'arte popolare, di una letteratura che parli al maggior numero di persone. Questa esigenza è diventata una necessità etica e politica dal momento in cui, con Signor Bambino del SecoloHo deciso di raccontare il periodo fascista in modo diverso.

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