Il coraggio degli atleti afghani – Il mio blog

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Mentre i primi giochi equilibrati di genere nella storia olimpica volgevano al termine, la partecipazione delle atlete afghane non era scontata. La medaglia di bronzo nel para taekwondo, Zakia Khudadadi e i suoi compatrioti hanno sfidato i divieti per denunciare il regime di segregazione messo in atto dai talebani a Kabul.

Il telefono dell'atleta afghana di taekwondo Marzieh Hamidi è ora nelle mani della polizia francese, alla quale l'atleta rifugiata ha appena presentato una denuncia per ripetute minacce di morte. “Sono minacciato, ho dovuto lasciare la mia casa, vivo in segreto”ha confidato il 4 settembre a France Info. Tremila messaggi e telefonate di minacce di stupro e morte sono arrivate a questa attivista sportiva, rifugiata da novembre 2021 in Francia, dove le reti femminili la sostengono. Integrata ufficialmente nella squadra olimpica dei rifugiati, creata nel 2016, non è stata tuttavia selezionata per partecipare agli eventi per motivi forse legati alla sua lotta per la libertà delle donne. “Lei parla, lei esiste, lei dice quello che gli altri pensano”sottolinea uno dei suoi sostenitori parigini.

Istruzione, lavoro, sport: tutto è vietato alle donne

“Le donne afghane sono abbandonate”afferma l'atleta 21enne, che è stata costretta a trasferirsi e a nascondersi mentre si svolgevano i primi Giochi della storia olimpica dichiarati equilibrati dal punto di vista di genere. Nel terzo anniversario della caduta di Kabul nell'estate del 2021, i talebani al potere hanno ulteriormente inasprito le condizioni di vita delle donne costruendo “una prigione a cielo aperto”nelle parole del romanziere e regista franco-afghano Atiq Rahimi, il 4 settembre in PubblicazioneDal 22 agosto, una nuova legge ha imposto alle donne, già escluse dall'istruzione, dal lavoro, dallo sport o dall'uscire senza un accompagnatore, di coprirsi gli occhi e di non parlare più (e tanto meno di cantare) negli spazi pubblici. Un regime di segregazione che nessuno osa chiamare per nome.

« Donne afghane libere » (libertà per le donne afghane): il 9 agosto, in Place de la Concorde, Manizha Talash, 21 anni, ha esibito un mantello blu (in realtà un burqa, simbolo della sottomissione delle donne afghane) all'apertura delle gare di danza sportiva (breakdance) a cui stava partecipando, […]

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