“L’incertezza sta aumentando sullo sfondo dei conflitti in corso, delle interruzioni del trasporto marittimo e del calo della produzione di petrolio”, indica l’istituto finanziario internazionale nel suo Regional Economic Outlook, sottolineando che alcuni paesi emergenti e a reddito medio della regione sono alle prese con “ tensioni finanziarie e un’inflazione persistentemente elevata”.
Secondo il direttore MENA del FMI, Jihad Azour, “il conflitto a Gaza e in Israele sta causando immense sofferenze umane. Inoltre, le interruzioni del trasporto merci nel Mar Rosso e il calo della produzione petrolifera aggravano le vulnerabilità esistenti legate agli alti livelli di debito e agli elevati costi di finanziamento.
Ha annunciato, durante una conferenza stampa, che la crescita dovrebbe rimanere timida e registrare un leggero miglioramento al 2,7% nel 2024 (rispetto all’1,9% nel 2023).
Questa revisione al ribasso dello 0,7% rispetto alle proiezioni di ottobre 2023 è dovuta “agli effetti deleteri dei conflitti in corso (Gaza e Sudan) e al calo della produzione petrolifera (Consiglio di cooperazione del Golfo) sull’attività economica”, ha affermato.
Nel 2025, il FMI prevede che la crescita dovrebbe stabilizzarsi al 4,2%, “nella misura in cui i fattori sopra citati sono temporanei e si presume che i loro effetti svaniranno”.
L’inflazione è stagnante seguendo le tendenze osservate a livello globale.
Il FMI raccomanda, nel suo ultimo rapporto, di “preservare la stabilità macroeconomica e la sostenibilità del debito, gestendo al tempo stesso i rischi geopolitici e migliorando le prospettive di crescita a medio termine”.