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Non è facile, la vita dopo Trudeau

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OTTAWA | Ecco fatto, i due candidati stella nella corsa alla leadership del Partito Liberale canadese hanno ufficialmente lanciato la loro campagna.

Prima osservazione: la vita senza il non amato Justin Trudeau non sarà facile per gli attivisti liberali.

Sia Chrystia Freeland che Mark Carney hanno avuto inizi traballanti e caotici.

A loro volta hanno imparato a proprie spese che l’asticella è alta, che non hanno spazio per errori e che avranno poco tempo per adattarsi e guadagnare terreno.

Sbarazzarsi di Justin Trudeau per avere la possibilità di prendere il suo posto è stata probabilmente la parte più facile.

Colpo brillante

Chrystia Freeland si è lanciata ufficialmente in gara ieri, in un evento che sembrava essere sistemato come un orologio.

Una sala gremita, le testimonianze toccanti dei figli, il lancio di un politico esperto.

Soprattutto, un’energia che a Mark Carney mancava gravemente.

Poi sono arrivati ​​i manifestanti filo-palestinesi, che hanno fatto fallire il suo piano e hanno rivelato enormi violazioni della sicurezza.

Uno di loro è arrivato addirittura a pochi centimetri da lei, cosa che ha provocato l’intervento del deputato del Quebec Stéphane Lauzon.

I manifestanti erano così numerosi che dopo il loro sfogo la sala era scarsa.

I deputati che la sostenevano e gli attivisti dietro di lei hanno perso rapidamente il sorriso.

Un’altra velocità?

Mark Carney non ha inciampato, ma non è stato particolarmente entusiasmante, con un discorso soporifero venerdì scorso, tra l’altro a causa di un problema con il gobbo.

Questa è la sfida di questa gara: trovare la strada da percorrere in poche settimane.

Carney e Freeland dovranno trovare presto un’altra marcia, altrimenti molti attivisti liberali finiranno per dirsi: tutto questo per questo?

E non hanno finito di essere presi in giro.

Domande di Poilievre

C’è da aspettarsi che, nei prossimi giorni, Donald Trump obbligherà tutti da questa parte del confine a trovare il tono giusto di fronte alle sue minacce.

Sappiamo già che Chrystia Freeland vuole atteggiarsi a colei che non ha paura di nulla, pronta a dare battaglia a Trump con equivalenti ritorsioni tariffarie.

Notiamo che Pierre Poilievre è più titubante sulla questione, buona parte dei suoi sostenitori purtroppo ammirano il presidente.

Dovrà anche trovare un altro slogan con l’uscita di Justin Trudeau, poiché il prossimo leader liberale eliminerà la carbon tax così come la conosciamo.

Poilievre forse si sente rassicurato vedendo le difficoltà dei due principali candidati liberali, lui che negli ultimi due anni ha imparato a sollevare una stanza.

Ma i liberali non sono gli unici ad avere davanti a sé un compito di introspezione.

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