La composizione del governo francese non sarà nota prima delle 17 di lunedì, a causa della giornata di lutto nazionale per Mayotte, dopo un fine settimana di intensi negoziati e scambi tra il primo ministro François Bayrou e il presidente Emmanuel Macron.
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Il centrista François Bayrou, nominato il 13 dicembre, ha detto di voler fissare le nomine al più tardi prima di Natale.
Sta “facendo gli ultimi aggiustamenti”, ha detto domenica il suo entourage, mentre Macron tornava domenica mattina da un tour che lo ha portato a Bruxelles, Mayotte e in Africa orientale.
I due capi dell'esecutivo si sono sentiti più volte al telefono domenica prima di incontrarsi finalmente in serata all'Eliseo per un colloquio, hanno riferito dall'entourage del presidente.
Lunedì è stato dichiarato giorno di lutto nazionale dal presidente Emmanuel Macron per Mayotte devastata dal ciclone “Chido”.
Alle 11 in tutto il Paese sarà osservato un minuto di silenzio in omaggio alle vittime della catastrofe, il cui bilancio provvisorio ammonta a 35 morti e 2.500 feriti.
Dalle nomine dei primi ministri ai rimpasti, la classe politica si è abituata a dover aspettare che i programmi dell'esecutivo vengano modificati.
“La durata di questo casting in relazione alle emergenze del Paese, alle crisi che stiamo attraversando, è insopportabile”, ha criticato il deputato della RN (estrema destra) Jean-Philippe Tanguy su BFMTV-RMC, denunciando “sempre lo stesso sketch”.
Veicoli pesanti
Bayrou, 73 anni, è stato nominato da Emmanuel Macron dopo lunghe consultazioni per trovare un successore del conservatore Michel Barnier, il cui governo di minoranza è stato rovesciato il 4 dicembre da deputati di sinistra e di estrema destra dopo soli tre mesi di mandato.
Bayrou è il sesto capo del governo dalla prima elezione di Emmanuel Macron nel 2017 e il quarto nel 2024, un’instabilità che la Francia non sperimenta da decenni.
Il nuovo Primo Ministro deve orientarsi nella frammentata scena politica derivante dalle elezioni legislative anticipate organizzate dopo lo scioglimento a sorpresa dell’Assemblea Nazionale da parte di Macron a giugno. L’emiciclo è fratturato in tre blocchi (alleanza di sinistra/macronisti e centristi/estrema destra); nessuno ha la maggioranza assoluta.
Il signor Bayrou vuole formare una squadra affiatata e quanto più aperta possibile. Vuole che includa personalità significative, sia di sinistra che di destra e di centro, per rispondere alle emergenze del paese, in particolare quelle di bilancio.
La prima settimana di Bayrou a Matignon è stata segnata soprattutto dalle critiche rivolte alla sua presenza nel consiglio comunale di Pau, cittadina del sud-ovest della quale intende restare sindaco, nel pieno della crisi a Mayotte.
Ha un indice di popolarità storicamente basso per il suo insediamento, con il 66% dei francesi che si dichiara insoddisfatto, secondo un barometro pubblicato domenica.
Tra i nomi citati per il suo governo ci sono quelli dell'ex primo ministro Élisabeth Borne e dell'ex ministro degli Interni Gérald Darmanin. Tra quelli che lasciano, dovrebbero restare Catherine Vautrin (Territori), Rachida Dati (Cultura) e Sébastien Lecornu (Eserciti), probabilmente negli stessi portafogli.
Sono rimaste poche persone
A sinistra, l’ex ministro socialista François Rebsamen, 73 anni, ha annunciato di essere “pronto” a entrare nel governo, lodando il suo “rapporto di fiducia” di lunga data con François Bayrou.
Ma non traspare quasi nulla sulle altre personalità di sinistra che potrebbero essere tentate di unirsi a François Bayrou.
Il Partito socialista ha rifiutato formalmente di partecipare al governo e il suo leader Olivier Faure ha lasciato Matignon deluso giovedì, dicendosi “sconcertato dalla povertà di ciò che è stato proposto”. Non ha escluso di censurare il nuovo primo ministro.
François Bayrou ha accettato il principio di aprire un dibattito per rivedere la tanto contestata riforma che innalza l'età pensionabile a 64 anni. Ma senza la sospensione di questa riforma, i socialisti ritengono il gesto insufficiente.
Sabato sera, il leader dei deputati Les Républicains (LR), Laurent Wauquiez, ha confermato alle sue truppe che si sta muovendo verso la partecipazione del partito di destra al governo (ma senza partecipare lui stesso). Bayrou ha annunciato la sua intenzione di mantenere il ministro degli Interni, Bruno Retailleau, una figura conservatrice di destra che adotta una linea dura sull'immigrazione.
La base governativa di François Bayrou sarebbe in definitiva molto vicina a quella dell'ex commissario europeo Michel Barnier, rovesciato il 4 dicembre da una mozione di censura dell'Assemblea nazionale, dopo tre mesi di mandato.