Questa sera France 3 trasmette “Jusqu’à la garde”, un agghiacciante thriller psicologico diretto da Xavier Legrand. Con interpretazioni potenti e una tensione degna dei più grandi film del genere, questo capolavoro premiato con il César come miglior film nel 2019 affronta le devastazioni della violenza domestica con rara intensità.
Un lavoro di tensione incessante
In Fino in fondoXavier Legrand immerge lo spettatore in una situazione terribilmente realistica: un divorzio conflittuale in cui la custodia di un figlio diventa la scena di uno scontro. Miriam (Léa Drucker) chiede l'affidamento esclusivo del figlio Julien (Thomas Gioria), accusando l'ex marito Antoine (Denis Ménochet) di comportamento violento. Ma, a causa della mancanza di prove sufficienti, il giudice decide di concedere l'affidamento condiviso, costringendo Julien a trascorrere del tempo con suo padre.
Il film si propone quindi di mostrare, con precisione clinica, la crescente tensione all'interno di questa famiglia divisa. Antoine, interpretato da Denis Ménochet, oscilla tra il fascino manipolativo e terrificante violenza latente. Al contrario, Miriam, interpretata da una Léa Drucker commoventemente precisa, incarna una madre determinata ma paralizzata dalla paura. Nel mezzo, Julien, la cui sobria interpretazione di Thomas Gioria riflette la sofferenza di un bambino preso in ostaggio dalla tossicità dei suoi genitori.
Con una messa in scena minimalista ma di grande impatto, Xavier Legrand riesce a mantenere una tensione costante, ogni scena sembra annunciare un dramma imminente. Fino al climax finale, il film cattura l'attenzione dello spettatore e lo immerge in una realtà opprimente che sembra pronta ad esplodere da un momento all'altro.
Quando il dramma si tinge di thriller
E Fino in fondo si basa su basi realistiche, Xavier Legrand sceglie di trascendere il genere prendendo in prestito i codici del thriller. Fin dalla prima scena – una gelida udienza davanti a un giudice – il regista allestisce un atmosfera pesante e quasi angosciante. La colonna sonora è quasi assente, lasciando che siano i silenzi e i rumori ambientali ad aumentare la tensione.
Legrand si diverte a giocare con le aspettative dello spettatore, costruendo la sua storia come un meccanismo implacabile dove ogni dettaglio, ogni sguardo, ogni parola ha un peso. Nel modo diCi sono anche grandi thrilleril film si basa su un graduale accumulo di tensione, dove l'ansia si fa strada lentamente ma inesorabilmente. Menzione speciale alla sequenza nel salone delle feste, dove, quasi in uno slasher, ti aspetti che l'uomo nero appaia dietro ogni angolo.
Anche la scelta delle cornici e delle decorazioni accentua l'atmosfera opprimente. Le scene intime, spesso girate con inquadrature ravvicinate, riflettono la reclusione psicologica dei personaggi. Il finale, terrificante e inaspettato, conferma la capacità di Xavier Legrand di manipolare lo spettatore pur rimanendo fedele alla serietà del soggetto trattato.
To the Hilt è basato su una storia vera?
beh quello Fino in fondo non è direttamente ispirato a una storia vera, è ancorato a una realtà agghiacciante. Il regista Xavier Legrand si è basato su una ricerca approfondita sul violenza domestica e le sue conseguenze per i bambini. Il film estende anche il cortometraggio Prima di perdere tuttoprodotto da Legrand nel 2013, che già affrontava le devastazioni di questo flagello.
Attraverso il personaggio di Antoine, Fino in fondo mostra l'aspetto spesso insidioso della violenza domestica: un uomo che può apparire affascinante in pubblico, ma rivela un comportamento minaccioso nella privacy. Questa dualità è un aspetto ricorrente nelle testimonianze delle vittime e Xavier Legrand ha voluto mostrare questa verità in tutta la sua complessità.
Il film si ispira anche a tragici fatti di cronaca, che evidenziano le carenze del sistema giudiziario nella tutela dei minori e delle vittime di violenza domestica. Attraverso la finzione, Fino in fondo diventa uno specchio straziante di una realtà troppo spesso ignorata.
Alla sua uscita, il film ha riscosso un successo di pubblico e di critica, rispecchiando il punteggio di 4/5 dei nostri colleghi di AlloCiné.