“Touche pas à mon poste” (TPMP), controverso programma di Cyril Hanouna, accoglie il pubblico “storico” in ottobre, mentre CNews, anch'egli membro del gruppo Canal+, mantiene la leadership dei canali d'informazione, dopo le dichiarazioni di Médiamétrie di lunedi.
Il canale C8, che trasmette TPMP, festeggia i “record storici” con il suo talk show con 2,1 milioni di spettatori in media, evidenziando in particolare un picco di oltre 2,6 milioni e una quota di ascolto del 27,8% tra i 15-24 anni .
C8, che dovrà pagare una multa di 7,6 milioni di euro per gli errori di Cyril Hanouna, dovrà interrompere le trasmissioni su TNT dopo il 28 febbraio 2025, secondo una decisione dell'autorità di regolamentazione dell'audiovisivo Arcom.
L'emittente (come NRJ12) contesta la propria esclusione dalle candidature selezionate per la riassegnazione di 15 frequenze televisive nel 2025 e ha deferito la questione al Consiglio di Stato.
Nella sfida tra i canali di informazione, BFMTV soffre ancora una volta contro CNews. Quest'ultimo è il primo canale di notizie nel mese di ottobre con il 3,1% di share, rispetto al 2,9% di BFMTV, all'1,6% di LCI e allo 0,9% di franceinfo.
BFMTV ha vissuto una pausa a luglio e agosto, riconquistando la sua corona dopo essere stata espropriata da CNews a maggio e giugno. E CNews ha preso l'iniziativa a settembre.
Mentre BFMTV è nelle mani del miliardario Rodolphe Saadé attraverso la CMA CGM, CNews è di proprietà (come C8) del gruppo Canal+ (canale che lunedì festeggerà i suoi 40 anni) dell'ultraconservatore Vincent Bolloré. Molti politici di sinistra accusano CNews di promuovere idee di estrema destra, cosa che contesta.
Quest'autunno, Fabien Namias, già vicedirettore generale del canale concorrente LCI (gruppo TF1), è succeduto a Marc-Olivier Fogiel alla guida di BFMTV.
“BFMTV mira ad essere il canale di informazione di riferimento. Dobbiamo innanzitutto stabilizzare il nostro pubblico capitalizzando sui nostri fondamentali, prima di ripartire alla conquista (…) È questione di mesi anziché di settimane”, ha spiegato Fabien Namias a Le Parisien questo fine settimana.
La redazione di BFMTV ha visto nelle ultime settimane una ventina di partenze, che il suo nuovo direttore mette in prospettiva: “su 800 giornalisti (all'interno del gruppo), si tratta quindi di un fenomeno limitato”.
Il manager è però preoccupato per il progetto di Arcom di consolidare la numerazione dei canali d'informazione: “Ciò avrebbe un impatto negativo sul nostro pubblico e quindi sulle nostre finanze”.