Sylvester Stallone completamente sopraffatto nella serie… ma anche sul set

Sylvester Stallone completamente sopraffatto nella serie… ma anche sul set
Sylvester Stallone completamente sopraffatto nella serie… ma anche sul set
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In Tulsa King, Sylvester Stallone, ultra settantacinquenne, tenta il ritorno in una serie sulla mafia. Con qualche difficoltà…

Re di Tulsa è una serie prodotta da Paramount+ e Taylor Sheridan, pubblicata nel 2022 e ritrasmessa in televisione in Francia sul canale M6 nell’ottobre 2024. Sintomatica di una serie basata sul casting di star del cinema stagionate, provenienti da un’industria nota per il suo ageism, presenta un settantenne Sylvester Stallone, che interpreta un mafioso che sembra sopraffatto dal mondo che scopre dopo aver lasciato la prigione.

Lo scenario di Tusla Re ? Dwight Manfredi, l’eroe interpretato da Stallone (un nome ispirato nientemeno che all’ex presidente americano Dwight Eisenhower), viene rilasciato dopo 25 anni dietro le sbarre. Ritrova il suo vecchio quartiere di New York, ora nelle mani di mafiosi che erano bambini quando fu arrestato e processato. “Non c’è più niente per te qui, non possiamo tornare indietro nel tempo”, il nuovo padrino locale (Domenick Lombardozzi, di Il filo). Una frase perfetta per Manfredi-Stallone, che lavorerà quindi per tornare in gioco dopo essere stato esiliato a Tulsa, nei tetri confini dell’Oklahoma.

Uno scenario che permette a Stallone di tornare indietro nel tempo

Per diventare il “Re di Tulsa”, Sylvester Stallone assume un autista (Jay Will) e si propone di dimostrare di poter continuare a guadagnare anche nell’entroterra, intromettendosi prima nel traffico locale di cannabis. Dwight non esita a usare la violenza, determinato a dimostrare ai nuovi capi di New York che se riesce a farcela in questo buco, ce la farà ovunque.

Re di Tulsa si affida quindi quasi interamente al carisma della star del cinema e alla mise en abyme dell’ennesimo ritorno di Stallone, cercando di dimostrare che non è un vecchio di Hollywood mentre il suo personaggio tenta di dimostrare di non essere un mafioso. stato. Tra cliché da sitcom e scene fortemente ispirate Sopranogli scrittori non hanno dimenticato di lusingare l’ego della star. Ricorderemo questo passaggio in cui una donna incontra Dwight Manfredi e si sorprende della sua vecchiaia, dicendo che pensava avesse 55 anni (lui poi ammette di averne 20 in più). Siero di latte per Sylvester Stallone.

In Re di Tulsaci piace anche la scoperta da parte dell’eroe di un mondo che è completamente cambiato mentre era in prigione. Sylvester Stallone tenta ripetutamente l’umorismo, scuotendo la testa davanti ai cellulari, alle carte di credito e ai negozi che non accettano contanti, il suo modo preferito per concludere affari.

Accuse contro Stallone sul set

Ma non è solo Dwight Manfredi a sembrare antiquato Re di Tulsa. Lo scorso aprile i media americani avevano rivelato che la Paramount aveva aperto un’indagine contro Sylvester Stallone, sospettato di comportamenti d’altri tempi e di aver usato un linguaggio dispregiativo nei confronti delle comparse sul set. Lo studio si basa su accuse apparse sui social network secondo le quali Stallone avrebbe definito alcune persone “brutte”, “un barile di lardo” o addirittura “ciccione con un bastone”. “Porta con me ragazze carine”, avrebbe chiesto anche Stallone al regista Re di Tulsamentre le riprese della seconda stagione sono iniziate…

Se in questa fase non fosse stato presentato alcun reclamo ufficiale, un responsabile del casting avrebbe già abbandonato le riprese, sostenendo di essersi “dimesso perché l’ambiente era chiaramente tossico in cui [il] non lo era[t] non è comodo per [lui]-se stesso o comparse.” Se la questione viene presa sul serio, una fonte di produzione ha detto alla CNN che la Paramount è orgogliosa del suo “ambiente di lavoro giusto e rispettoso”. Craig Zisk, regista e produttore esecutivo di Re di Tulsadal canto suo ha assicurato a TMZ che “non è stato pronunciato alcun insulto”. Continua.

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