Il sito devastato della fabbrica Le Froid, a Montravel, ha accolto giovedì la visita ufficiale del membro del governo responsabile dell’Economia Christopher Gygès. L’occasione per discutere del futuro della struttura, che è ancora scritto a linee tratteggiate.
È stato il primo sito industriale ad andare in fumo, nella terribile notte tra il 13 e il 14 maggio 2024. In questo senso, la prima visita ufficiale effettuata GIOVEDI sul terreno devastato della fabbrica Le Froid ha avuto un significato simbolico.
Christopher Gygès, ministro dell’Economia, non si è limitato a constatare l’entità dei danni. Macchine distrutte, brandelli di muri carbonizzati, cumuli di macerie… La ricostruzione costerebbe tra i 10 e i 15 miliardi di franchi.
“Vogliamo ridurre le procedure amministrative per tutte le comunità e fornire ulteriori aiuti affinché la ricostruzione possa essere effettuata meglio e più rapidamente. Abbiamo imprenditori che hanno fiducia nella Caledonia e il nostro dovere è essere al loro fianco”indicò l’eletto.
La fabbrica verrà ricostruita? Per la direzione della società Le Froid, la risposta spetta agli eletti. Dopo aver perso il 45% del suo fatturato, l’azienda non prevede di ricostruirsi senza aiuti.
In particolare, è in attesa di un’esenzione dalla tassa di regolamentazione del mercato, introdotta sulle importazioni di prodotti, dalla quale dipende più che mai per continuare a sopravvivere.
“Questa è la chiave per la ricostruzione, la chiave per la sopravvivenza dell’azienda. Senza l’ottenimento di tali autorizzazioni si avrà la completa cessazione dell’attività”afferma Nicolas Troboas, direttore generale di Le Froid. E per sottolineare: “Abbiamo 200 milioni di prodotti sotto controllo doganale. Per un’azienda che ha una settimana di cassa, ci sembra estremamente difficile continuare in queste condizioni”.
Sul sito si è conclusa la prima fase di messa in sicurezza e decostruzione. “È stato messo in atto un approccio esemplare in termini di sicurezza e ambiente poiché andiamo oltre i requisiti della provincia. L’obiettivo è massimizzare l’utilizzo dei materiali che possono essere presenti sul sito”spiega Catherine Delorme, responsabile del progetto di decostruzione e sicurezza.
Ma il lavoro è ancora lungi dall’essere finito per Le Froid, la cui visibilità su un’eventuale ricostruzione resta limitata. Durante la sua visita, Christopher Gygès ha parlato di annunci congiunti con lo Stato per favorire la ricostruzione delle imprese. Le misure dovrebbero essere ufficializzate nei prossimi giorni.
svizzero
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