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Immagini satellitari, alleati e speranza per la lotta agli incendi

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(AFP) – Tecnologia più economica e sempre più dati: in un momento in cui le fiamme devastano interi quartieri di Los Angeles, gli scienziati puntano sui satelliti per facilitare il lavoro dei vigili del fuoco.

Usando le loro immagini, “possiamo rilevare dallo spazio aree aride e soggette a incendi. Siamo in grado di rilevare incendi attivi e incendi covanti, nonché aree bruciate ed emissioni di fumo e gas dallo spazio. “stato delle tracce”, spiega Clément Albergel, responsabile delle informazioni climatiche utilizzabili presso l’Agenzia spaziale europea (ESA). “Possiamo imparare da tutti questi tipi di cose.”

Mentre i satelliti geostazionari, che orbitano a 36.000 chilometri dalla superficie terrestre, offrono viste panoramiche ampie e continue, i satelliti a bassa orbita posizionati a soli 1.000 km dalla Terra acquisiscono immagini più ristrette a intervalli regolari ma offrendo un livello di dettagli più precisi.

Una tecnologia preziosa per monitorare l’inizio e l’evoluzione degli incendi boschivi.

A Los Angeles “ci sono osservazioni satellitari”, conferma Natasha Stavros, specialista antincendio della società WKID Solutions. Ma sapere esattamente dove si stanno diffondendo gli incendi e quali case sono colpite resta ancora più difficile.

“Alcune persone restano lì perché non capiscono veramente cosa sta succedendo… Da qui nasce l’idea che abbiamo bisogno di più osservazioni”, dice Stavros.

– “Rileva e monitora” –

Diverse aziende e organizzazioni hanno già sviluppato progetti in questo settore.

Martedì la società tedesca OroraTech ha lanciato il primo dei suoi 14 nanosatelliti – grande quanto una scatola da scarpe – che “fornirà allarmi ultrarapidi per gli incendi boschivi e dati termici di alta qualità”, secondo il suo direttore generale Martin Langer.

La società no-profit americana Earth Fire Alliance (EFA) prevede di lanciare in orbita bassa una costellazione di quattro satelliti entro la fine del 2026. Con immagini con una precisione di 5 metri, saranno in grado di “trovare incendi molto piccoli”, spiega Brian Collins, direttore della struttura.

Questi dispositivi completeranno i satelliti Sentinel-2 dell’ESA e i satelliti MODIS e VIIRS schierati dalla NASA.

L’operazione, del costo complessivo di 53 milioni di dollari secondo la Gordon and Betty Moore Foundation che la finanzia, è “una goccia nell’oceano” rispetto ai danni causati dagli incendi, stima Genevieve Biggs.

– “Ecologia predittiva” –

Il responsabile dei vigili del fuoco della fondazione spera che alla fine l’EFA riesca a finanziare il suo progetto complessivo di lancio di 55 satelliti, per una cifra pari a circa 400 milioni di dollari. Un programma in grado di catturare immagini dell’intera Terra almeno ogni 20 minuti.

L’implementazione di dozzine di satelliti “rileverebbe e monitorerebbe gli incendi a una velocità tale da rendere possibile il processo decisionale sul campo”, afferma Brian Collins.

Raccogliere così tante informazioni sarebbe “fantastico”, afferma Clément Albergel dell’ESA. Ma l’esperto ricorda l’importanza dell’“ultimo miglio”, ovvero “come passare i dati alle persone”.

Perché la mole di informazioni inviate (la sola missione Sentinel-2 dell’ESA invia un terabyte ogni giorno) deve poi essere elaborata automaticamente.

Identificare gli incendi è, secondo Brian Collins, “un eccellente problema di intelligenza artificiale e apprendimento automatico… Un ago in un pagliaio”.

Distinguere gli incendi controllati e intenzionali o i semplici riflessi di luce dagli incendi reali rimane ancora una sfida.

Per Natasha Stavros i satelliti non sono la soluzione miracolosa.

La Moore Foundation non si concentra solo sul rilevamento e sul monitoraggio satellitare degli incendi, aggiunge Genevieve Biggs.

Una terza componente essenziale si basa sull’“ecologia predittiva del fuoco”, precisa. “Non ci concentriamo solo sulle condizioni di oggi, ma pensiamo anche a quelle di domani.”

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