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la serie M6 è ispirata ad una storia vera?

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Il canale M6 trasmetterà i primi episodi della serie questo mercoledì 22 gennaio Il tatuatore di Auschwitzcon Jonah Hauer-King e Anna Próchniak. Un toccante dramma storico che ripercorre la difficile esperienza di Lali Sokolov, deportato durante la Shoah. È esistito davvero? La sua storia è ispirata a fatti realmente accaduti?

Miniserie storica creato da Tali Shalom-Ezer, Il tatuatore di Auschwitz arriva questo mercoledì 22 gennaio su M6. Seguiamo le dolorose avventure di Lali Sokolov, a giovane ebreo deportato ad Auschwitzche diventerà, poco dopo il suo arrivo, il tatuatore del campo, responsabile della registrazione dei numeri di identificazione dei detenuti. Un bel giorno incontra una certa Gita, che anche lui deve marchiare con inchiostro nero, e si innamora perdutamente di lei. Da quel momento in poi, cercherà di aiutarla a sopravvivere nel miglior modo possibile, usando la sua scarsa influenza per cercare di renderle la vita più facile nel cuore di questo inferno.

L’attore Jonah Hauer-Kingvisto in particolare nel live-action di La Sirenettainterpreta qui il ruolo principale, insieme all’attrice polacca Anna Prochniak. Il resto del cast è composto da Melanie Lynskey (Giubbotti gialli), Jonas No (Transatlantico) et Harvey Keitel (Pulp Fiction).

La serie Il tatuatore di Auschwitz è basato sul libro con lo stesso nome

© Pavone

Lungi dall’essere una creazione originale, Il tatuatore di Auschwitz è l’adattamento televisivo dell’omonimo romanzo della giornalista Heather Morris, pubblicato nel 2018. Un libro che ha scritto ispirandosi alla vita di Lali (scritto anche Lale) Sokolov – il suo vero nome Ludwig Eisenberg – che ha accettato testimoniare la sua esperienza nel 2003dopo la morte della moglie. La storia della serie è quindi effettivamente basata su eventi reali alcuni elementi sono stati romanzati per rendere la narrazione più fluida.

Qual è la vera storia di Lali Sokolov, il tatuatore di Auschwitz?

© Pavone

Proprio come nella serie Il tatuatore di AuschwitzLali Sokolov è nato in una famiglia ebrea a Krompachy, una città del Regno d’Ungheria, che ora si trova in Slovacchia. Deportato nel 1942 nel campo di Auschwitzfu contrassegnato con il numero 32.407, poi fu inizialmente destinato alla costruzione di blocchi abitativi, con l’obiettivo di ampliare ulteriormente il campo. Un lavoro doloroso e difficile che non ha potuto svolgere a lungo, essendo stato colpito rapidamente dalla febbre tifoide.

Molto malato, Lali riuscì comunque a sopravvivere, aiutato da alcuni compagni, poi conobbe a Prigioniero francese, soprannominato “Pepan”. Quest’ultimo, che guarda caso era il tatuatore di Auschwitz, si offrì allora di lavorare al suo fianco e così il giovane si ritrovò con l’ago in mano, incaricato di numerare i nuovi arrivati.

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Quando Pepan scomparve qualche tempo dopo, Lali prese definitivamente il sopravvento è stato nominato tatuatore del campo, che gli ha consentito di accedere ad alcuni “benefici”. Questo lavoro gli ha quindi dato una posizione un po’ meno precaria e gli ha anche dato le migliori speranze di sopravvivenza. In particolare, potrebbe ricevere razioni alimentari aggiuntiveil che ha avuto un valore inestimabile date le condizioni abominevoli in cui i detenuti erano costretti a vivere.

Per diversi anni Lali visse così come tatuatore, fino al suo trasferimento nel campo di concentramento di Mauthausen-Gusen, pochi giorni prima della liberazione di Auschwitz. Tuttavia, lui è riuscito a scappare dalla sua nuova prigione, poi ritornò nel suo paese, allora chiamato Cecoslovacchia.

La storia d’amore tra Lali e Gita è stata inventata per la serie?

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Se la serie si concentra sulla pesante esperienza vissuta da Lali durante la Shoah, la mette anche in risalto bellissima storia d’amore con la bella Gitache gli permette di trovare un po’ di luce nei momenti più bui della sua esistenza. Una storia d’amore che ha sicuramente avuto il suo posto nella vita del vero Lali Sokolov, che in realtà incontrò la sua anima gemella nel luglio 1942, tatuandolo al suo arrivo ad Auschwitz.

Durante la loro detenzione, i due amanti hanno potuto corrispondere tramite lettere e hanno anche potuto visitarsi di tanto in tanto, Lali sfruttando i suoi “vantaggi” come tatuatore per offrire una posizione migliore alla giovane donna nel campo. Un idillio nato in circostanze tragiche, che aveva ancora un lieto fine.

Infatti, dopo il loro rilascio, Lali si mise alla ricerca di Gita, di cui conosceva solo il nome, e cercò in tutti i modi di ritrovarla. Una ricerca difficile, addirittura impossibile, che alla fine si è conclusa con uno scherzo del destino: i due si sono incrociati per caso in una strada e, da quel momento in poi, non si sono più lasciati.

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Gita e Lali si sposarono nel 1945, poi quest’ultimo ha poi fondato la sua azienda a Bratislava, in Slovacchia. Fabbrica che perse dopo aver lanciato una raccolta fondi per sostenere la creazione dello Stato di Israele, attività che lo portarono addirittura in prigione. Una volta rilasciato, partirà con la moglie per stabilirsi in Australiadove inizieranno la loro famiglia, con il nascita del figlio Garye si lancerà nella produzione di abbigliamento.

Sebbene Gita successivamente viaggiò in Europa diverse volte, Lali non volle mai tornarci. Alla fine morì nel 2006, all’età di 90 anni, tre anni dopo la morte di Gita.

Trova la serie Il tatuatore di Auschwitza partire da questa sera alle 21:10 su M6!

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