Pubblicato nel 2024 dalla Corte dei conti francese, “Località montane alle prese con il cambiamento climatico” è un rapporto allarmante per il mercato dello sci. “La Francia è una delle principali destinazioni del turismo invernale”, ricorda il documento in cui si sottolinea che la nazione “al 2° posto nel mondo, dopo gli Stati Uniti”.
Ma di fronte a questo “rischio”, prosegue, “tutte le stazioni saranno più o meno colpite entro il 2050”. È riduttivo dire che la situazione è critica. Soprattutto perché alcuni siti stanno già sperimentando il riscaldamento.
Questo documentario, in un primo inventario, mette in luce questi pochi luoghi già colpiti, come Super-Besse, nel Massiccio Centrale. Questo luogo, un tempo innevato, fatica addirittura a sfruttare la sua neve farinosa, ora qui descritta dai dipendenti di “neve di coltivazionee” (e non più “artificiale“). La loro alternativa, presentata come ecologica, richiede però molta energia.
Per fortuna altri stanno già progettando la montagna del futuro mentre altri si aggrappano ai rami. Soprattutto perché le soluzioni per sfruttare questi ambienti unici sono numerose e incoraggiano l’ottimismo.
Vogliamo Émilie come prova. Un’aspirante guida che riporta i turisti alla semplicità, organizzando picnic a 1.500 metri di quota, invitando i suoi clienti ad assaporare i prodotti locali.
Anche Hautacam, nei Pirenei, ha iniziato la sua transizione proponendo attività (slittino su rotaia, ciclismo a 50 metri di altezza, ecc.) disponibili sia in estate che in inverno. Mentre le associazioni cercano contemporaneamente di proteggere questo ambiente, il momento non è quello della rassegnazione, ma dell’innovazione. Finché resta verde.
Fa caldo in montagna
Martedì 21 gennaio Francia 3 21:00 ★★★✩
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