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a Los Angeles, sgomento e solidarietà di fronte agli incendi – Libération

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Quando l’incendio ha cominciato a illuminare le montagne di Santa Monica che sovrastano la città di Malibu, la mattina del 7 gennaio, Michael Gessl, un pensionato di 75 anni che vive da mezzo secolo in questa città famosa per essere il paradiso del surf e della luogo di residenza di molte star, cominciò ad annaffiare metodicamente ciascuna delle piante del suo patio. Poi i muri e il tetto di casa sua, senza troppa fretta nonostante il rumore incessante di sirene ed elicotteri. Ha ricevuto l’ordine di evacuazione e ha visto i suoi vicini fuggire, ma è stato solo verso le 16, quando è esplosa la casa di fronte, che ha deciso di rifugiarsi in riva al mare, facendo attenzione a non oltrepassare la barriera della polizia nel caso avesse avuto voglia di voltarsi. .

“Questa casa è la mia anima, è il mio regno”, pensò dalla sua macchina, schiacciato tra i suoi due cani. Durante la notte risalì la collina una trentina di volte per dare coraggio alle sue mura, gridando il suo discorso ai vigili del fuoco e ripetendo che proprio davanti al cancello c’era un idrante. “Le braci rotolavano giù per il pendio come palle di fuoco, dice. Dovevamo avanzare piegati, il vento era fortissimo e bruciava la pelle”.

Da allora ha trovato la sua casa annerita ma in piedi, la sua

Belgio

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