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La “pilot box”, un nuovo strumento per combattere le inondazioni, testato in Seine-et-Marne

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La fase di testing dovrebbe durare fino a marzo. Costo dell’opera: 114 milioni di euro.

Pubblicato il 18/01/2025 06:13

Tempo di lettura: 4 minuti

Veduta aerea del “cassonetto dei piloti” della Seine Bassée. (DIMITRI WEBER – FRANCEINFO – RADIO FRANCIA)

La Torre Eiffel con i piedi nell’acqua, il Louvre trasformato in piscina o addirittura la Gare de Lyon fuori servizio: è questo lo scenario catastrofico di una grande alluvione nella regione parigina che le autorità vogliono evitare del tutto costi mediante l’installazione di dispositivi anti-alluvione sulle rive della Senna. Uno di questi, nuovissimo e unico nel suo genere, è stato testato dal 13 gennaio al confine tra i dipartimenti dell’Yonne e della Senna e Marna.

Il principio è semplice: consiste nel pompare l’acqua dal fiume per abbassarne il livello. Le otto pompe installate sulle rive della Senna furono quindi attivate per la prima volta con un rumore assordante. “Quest’acqua va all’interno della scatola pilota, che è in realtà una cintura di dighe, un quadrato di 2 km di lato e 2,50 m di altezza e questo permetterà di trattenere questo volume d’acqua”, spiegare Baptiste Blanchard, direttore generale di Seine Grands Lacs, l’operatore di questo dispositivo chiamato “armadietto pilota”.

Quest’opera potrebbe consentire di abbassare il livello della Senna di circa 15 centimetri, ma sarà messa in servizio solo in caso di grave rischio. “Lo facciamo quando il flusso dell’Yonne e della Senna o del Loing è sufficientemente elevato e c’è il rischio di gravi inondazioni per la regione parigina.

“Nel 2016 o nel 2018 abbiamo avuto inondazioni significative che avrebbero portato all’attivazione di questa trappola pilota”.

Battista Blanchard

su franceinfo

Secondo i loro calcoli si potrebbero evitare in media ogni anno 15 milioni di euro di danni. Un sistema anti-alluvione che si aggiunge ai quattro grandi laghi artificiali dello Champagne e del Morvan, responsabili della regolazione della Senna.

Ma per i residenti locali questo sistema rappresenta un certo vincolo. Quest’acqua infatti non viene immagazzinata in un bacino artificiale. Viene scaricato in una vasta zona umida composta da stagni, vegetazione e sentieri, luogo frequentato dai residenti che vengono a passeggiare, pescare o cacciare. Per loro non si tratta di inserirlo quando è in fase di riempimento. Inoltre, quando ci avviciniamo, i telefoni iniziano a vibrare con un segnale sonoro e un messaggio che chiede di evacuare immediatamente l’interno di questa zona.


Veduta aerea del “cassonetto dei piloti” della Seine Bassée. (DIMITRI WEBER – FRANCEINFO – RADIO FRANCIA)

Il sindaco della città Stéphanie Banos ammette che si tratta di un progetto che suscita qualche preoccupazione, soprattutto per i proprietari dei terreni che saranno allagati. Sono previsti risarcimenti e ripristini dei loro terreni una volta svuotata l’area. Per quanto riguarda i cinghiali, i cervi o i ricci che vagano per queste zone, anche loro dovranno evacuare. “C’è stato uno spavento per evacuare tutti gli esemplari più grandi e la natura vorrà che, normalmente, tutti i piccoli se ne andranno quando vedranno arrivare l’acqua, è vero che questa è una delle preoccupazioni, è dovuto alla nostra natura e alle sue diversità. Da parte sua, l’associazione Nature Environnement evoca uno sconvolgimento sproporzionato per la biodiversità.

Questi lavori però non basterebbero a evitare l’inondazione della capitale. Da sola, non sarà in grado di proteggere completamente Parigi e l’Ile-de-France da un’alluvione centenaria, vale a dire un’alluvione che ha una probabilità su 100 di verificarsi ogni anno. L’ultimo risale al 1910. “Se la stazione di St Lazare era bagnata dall’acqua, era molto peggio dalla parte della stazione degli Invalides. La Parigi del 1910 era una specie di Venezia improvvisata, senza gondola né romanticismo”possiamo ascoltare negli archivi sonori.

Ludovic Faytre, capo dei Grandi Studi sui Rischi dell’Istituto della Regione di Parigi, lo conferma: “Non impediremo l’alluvione. Sappiamo che accadrà, ma non possiamo prevedere esattamente quando, più o meno poche settimane. Non sarà più come allora, sappiamo che non ci sarà la metropolitana, né la RER, che avremo difficoltà a fornire acqua potabile. Abbiamo tante cose che possono non funzionare correttamente e che contribuiscono alla vulnerabilità del nostro territorio.

Secondo un sondaggio condotto da questi specialisti, la consapevolezza del rischio rimane bassa tra la popolazione, nonostante le ultime due grandi inondazioni del 2016 e del 2018.

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