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un surrealista visionario che ha cambiato il cinema

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“È con profondo rammarico che annunciamo la morte dell’uomo e dell’artista David Lynch”, ha annunciato ieri la famiglia della leggendaria avanguardia americana. Genio assoluto, icona underground, il regista di Twin Peak ha rivoluzionato la settima arte, e la sua scomparsa lascia un vuoto abissale. Alla sua famiglia per ricordare una sua citazione: “Tenete gli occhi sulla ciambella e non sul buco. »

Una filmografia composta da dieci lungometraggi, da Mulholland Drive ha Velluto blu di passaggio Autostrada perdutaet Cime gemelleuna serie televisiva che ha avuto l’effetto di un terremoto nel genere, fa parte del leggendario record di David Lynch, un artista totale e di culto, che ci ha lasciato ieri all’età di 78 anni.

Arte “lynchiana”: totale, surreale, innovativa

Formatosi nelle belle arti di Filadelfia, tuttofare, regista come musicista, pittore, designer, fotografo, scultore, designer e persino dirigente pubblicitario, David Lynch era considerato un maestro assoluto del cinema, che ne rivoluzionò l’immagine e segnò la settima arte dall’atmosfera inquietante e inquietante del suo lavoro. Uno stile innovativo e surrealista, decisamente unico (a volte viene addirittura descritto come “ linciaggio“), divenuto immediatamente riconoscibile a numerosi spettatori, critici e schiere di estimatori letteralmente stregati e affascinati dalla sua singolarità.

La musica, onnipresente ed essenziale

Nel corso della sua vita, David Lynch ha sviluppato una firma inimitabile, caratterizzata dalle sue immagini oniriche e dal meticoloso sound design, in armonia con l’immagine. La musica occupa un’importanza centrale nell’arte del regista, che in particolare collaborò a stretto contatto con il compositore Angelo Badalamenti (Cime gemelle, Mulholland Dott…). Lo stesso David Lynch si è dedicato alla musica, da solista, con L’ora del clown pazzo (2011) et Il grande sogno (2013), o in duetto con Chrystabell, con l’album Ricordi di cellophane ad esempio, pubblicato l’anno scorso. L’arte” linciaggio“, è anche uno sguardo oscuro e allucinatorio sulla realtà umana, da ricercare dietro la patina sociale, nascosta nelle piccole città americane che popolarono la sua filmografia.

Un’opera cult, per definizione

La maggior parte delle opere di David Lynch sono diventate cult. Il regista infatti va a segno al primo tentativo, con Gomma da cancellare (1977). Un lungometraggio in bianco e nero finanziato all’epoca con lavoretti saltuari, al fianco di Jack Nance, faccia spaventata e capelli irti in locandina. David Lynch ha raggiunto una certa forma di celebrità con L’Uomo Elefante (1980), adattamento cinematografico della vita di Joseph Merrick, un personaggio deforme realmente esistito nell’Inghilterra del XIX secolo. Ovviamente il regista entra nella storia dall’8 aprile 1990 al 10 giugno 1991, intrecciando in 29 episodi l’universo misterioso e fatiscente di Cime gemelle. Lynch conclude la sua carriera con Impero interno (2006), meno essenziale, per poi dedicarsi successivamente alla meditazione trascendentale e ad altre forme di espressione artistica. Nel 2017 torna al cinema con la terza stagione Cime gemelle.

Addio, David Lynch

« C’è un grande vuoto nel mondo ora che lui non è più con noi“, ha detto la sua famiglia, che non ha fornito dettagli sulle cause della sua morte. David Lynch, però, rivelò nel 2024 di soffrire di enfisema, una malattia polmonare, che richiedeva un’ossigenazione artificiale… Gli ultimi istanti della sua vita si consumarono davanti alle fiamme, quelle che bruciavano Los Angeles, da dove è stato evacuato. È la fine di un grande artista.

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