Christian Mazières, insegnante in pensione in Dordogna, è appassionato di ricerca dell’oro fluviale. Questa attività poco remunerativa non gli impedì di imbattersi in un tesoro, risalente al I secolo a.C.
Pubblicato il 16/01/2025 12:04
Aggiornato il 16/01/2025 12:09
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Se Christian Mazières, in pensione, si dedica al gold panning, cioè alla prospezione dell’oro, non è con l’obiettivo di fare fortuna. In una giornata di ricerca dell’oro si possono trovare solo 0,3 grammi d’oro, l’equivalente di circa 20 euro.
Ma questa attività non gli ha impedito di fare, qualche anno fa, una scoperta straordinaria. Mentre, con i piedi immersi nel fiume Isle, ne stava setacciando i sedimenti nella sua padella, separando i residui d’oro dai minerali, improvvisamente vide un piccolo oggetto, una sorgente che funzionava ancora. Il ricercatore capì subito che si trattava di una fibula, l’antenata della spilla da balia. Sepolto sotto il letto del fiume, questo oggetto in bronzo era perfettamente protetto dall’ossigeno – quindi dall’ossidazione – e straordinariamente conservato.
Credendo che la fibula debba risalire al Medioevo, Christian Mazières racconta questa storia al bar a un amico archeologo, il quale gli propone di farla analizzare da uno specialista di perone. Poi apprende che l’oggetto è molto più vecchio. Vecchia di più di 2.000 anni, questa fibula è stata datata al I secolo a.C. e fu senza dubbio perduta da un Gallia che doveva averla usata per reggere il suo mantello.
Decise allora di affidare la sua scoperta al museo di Périgueux. L’unica fortuna è il ricordo di questo incredibile momento in cui si tiene in mano un oggetto che un uomo ha perso nello stesso posto, più di 2000 anni fa.
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