Tutti i partiti saranno sicuramente d’accordo solo su un punto: un odore di scandalo aleggia sui Jardins d’Apolline. Non solo per la muffa comparsa sui tramezzi o per l’“acqua torbida” che circolava nelle tubature di questa residenza di Stato inaugurata nel marzo 2014.
Disordine “diffuso” secondo lo Stato monegasco che aveva indotto l’amministrazione degli Immobili, non appena consegnate queste 237 nuove abitazioni, a evacuare tutti gli occupanti per realizzare una riabilitazione completa della residenza.
Una delle operazioni più costose: quasi 38 milioni di euro di lavori a cui si aggiungono 40 milioni di euro di danni immateriali tra cui mancato affitto, spese di trasloco e riallocazione, riattrezzatura delle cucine (leggi a fianco)… Insomma, una lista da quasi 80 milioni di euro che il governo principesco intende presentare ai promotori del progetto, le società Engeco e Satri, controllata del gruppo Marzocco.
Missione “sconvolta”
Lo Stato monegasco ha infatti citato in giudizio i costruttori nel 2017. È in questo contesto che un esperto è stato nominato dal tribunale per valutare con precisione i difetti, individuare le soluzioni tecniche per porvi rimedio, quantificare e accertarsi di identificare le possibili responsabilità. Sette anni, 56 riunioni di esperti e migliaia di pagine di dibattiti contraddittori dopo, ha appena presentato il suo “pre-rapporto”. Un libro di 97 pagine che dimostra le pretese dei Domaines. La stima del danno fatta dal perito è 28 volte inferiore alla fattura presentata dall’amministrazione!
Quest’ultimo nei suoi scritti spiega che può solo quantificare ciò che lui stesso ha “osservato”. In ogni caso, questa è l’espressa missione affidatagli dal tribunale. Ma questo sarebbe stato “sconvolto e poi totalmente interrotto” dopo qualche mese a causa della fretta dello Stato di Monaco che, sottolinea, “ha ordinato alla ditta Pastor di rifare integralmente tutti i lavori di finitura nonché, in questa occasione, la sopraelevazione di due livelli, intrapresa all’inizio di marzo 2018…” Sono trascorsi appena 8 mesi dalla sua nomina.
Funghi patogeni
L’esperto deplora di aver potuto accedere solo a un numero limitato di appartamenti (55 sono inaccessibili). Di quelli che ha potuto visitare, ha notato disturbi solo in 47. Principalmente problemi di muffa all’interno delle pareti divisorie. Per la maggior parte “Asciutto” durante le sue osservazioni. Ma a volte rivelano, dopo l’analisi, tracce di funghi patogeni. Il che avrebbe potuto giustificare l’evacuazione degli inquilini interessati. Ma in numero limitato e per un periodo non superiore a due mesi per poter effettuare i lavori necessari.
Durante le prove di pressione le tubazioni descritte come non a tenuta sono risultate difettose solo in cinque appartamenti. Per quanto riguarda la falegnameria non impermeabile, l’esperto contesta la procedura di prova. In ogni caso non ritiene che tali difetti siano dovuti ad un difetto di progettazione e li attribuisce invece ad un difetto di progettazione “errori di realizzazione”.
Ritorno in tribunale
Per lui i disordini non erano certo diffusi ma puntuali e sanabili con una spesa minima. Contrariamente alla tesi su cui si è sostenuto lo Stato. Senza riuscire, crede, a dimostrarlo. Nonostante i pareri emessi dal suo servizio sanitario e la moltitudine di relazioni giudiziarie da lui redatte… Ma che non hanno alcun valore contraddittorio, ricorda l’esperto, e non possono sostituire le sue stesse constatazioni.
È lui, e nessun altro, il giudice incaricato di valutare il danno. E le sue conclusioni vanno ben oltre le affermazioni del governo, che ora ha tempo fino al 31 marzo per presentare le sue argomentazioni finali. Le parti convenute potranno poi replicare. Al termine di questo scambio finale il file dovrebbe essere rispedito all’inizio dell’estate. I magistrati potranno così dirimere la controversia che da quasi 10 anni oppone le autorità pubbliche monegasche ai costruttori dei Jardins d’Apolline.
Conto salato
Il 3 gennaio 2024 lo Stato di Monaco ha presentato il suo rapporto sui danni immateriali subiti. Oltre ai lavori di riparazione costati 38 milioni di euro, i costi aggiuntivi ammontavano a 49,3 milioni di euro. Un conto salato, rettificato e rivalutato a 40,2 milioni di euro, di cui ecco alcuni dettagli.
20,6 milioni di euro di risarcimenti e ricollocamenti (Administration des Domaines) 6,2 milioni di euro di perdite su affitti, royalties e oneri (ADD)
2,5 milioni di euro di risarcimenti alle imprese
639.000 euro di spese varie (230.000 per abbonamenti energia, 8.000 euro per bottiglie d’acqua, ecc.)
10,25 milioni di euro di costi a carico della Direzione Lavori Pubblici (di cui 4,3 milioni di euro per traslochi e deposito mobili)
Cronaca di un fiasco annunciato
Dal 2015 al maggio 2017
Dopo aver consegnato definitivamente le 237 unità abitative il 3 marzo 2014, lo Stato ha occasionalmente rialloggiato gratuitamente alcuni inquilini dal 2015 al 2017 in appartamenti dell’amministrazione immobiliare, o addirittura coperto le spese alberghiere.
Dal 31 giugno al 31 agosto 2017
I residenti lamentano che l’acqua del rubinetto è giallastra poi nerastra. I campioni del Dipartimento di Azione Sanitaria hanno concluso che l’acqua non era potabile. Lo Stato offre tre mesi di affitto gratuito. 24 luglio 2017
Lo Stato cita Satri e altri davanti al Tribunale per errore di progettazione. In data 9 agosto 2017 è stato nominato un esperto legale, chiudendo la fase contenziosa.
Dal 2018 al 2021
I 4 blocchi abitativi della residenza verranno progressivamente svuotati a partire dalla metà del 2018 per consentire che tutti i lavori di finitura siano presi in carico dalla società Pastor et Fils. Le operazioni di ricollocazione dei cassetti si protraggono fino al 2021. 38 residenti non hanno voluto tornare ai Jardins d’Apolline.
4 dicembre 2024
L’esperto chiede al sapiteur di esprimere il suo parere sul danno patrimoniale asserito dallo Stato sulla base dei 47 alloggi in cui ha potuto constatare personalmente i disordini, ritenendo che questi ultimi avrebbero dovuto essere indisponibili da due mesi. Il risarcimento è stimato a 1,5 milioni di euro in base al reinserimento. Spetta ai giudici discutere sul doppio compenso concesso agli inquilini, che hanno beneficiato anche dell’affitto gratuito del loro appartamento in costruzione.
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