IOEra la prova che in politica una sola frase può marchiarti per sempre. Claude Allègre, l’uomo che voleva “dimagrire il mammut”, è morto il 4 gennaio, all’età di 87 anni. Lascia la traccia di una personalità inclassificabile, figura essenziale degli anni di Jospin, il cui passaggio all’Educazione Nazionale come quello posizioni criticate sul piano scientifico non hanno mai smesso di suscitare controversie elettriche.
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Medaglia d’oro del CNRS nel 1994, premio Crafoord di geologia nel 1986, questo geochimico si è fatto conoscere al grande pubblico quando è arrivato in rue de Grenelle nel 1997. Succedendo ad un ultra-cauto François Bayrou dopo il suo sfortunato tentativo di riformare la legge Falloux, Allègre vuole stravolgere le abitudini. Appena nominato, qui annuncia di voler “porre fine alla cogestione del ministero da parte dei sindacati” e, soprattutto, “snellire il mammut”. Esplosivo.
Una dichiarazione, seguita da altre, che renderà in pochi istanti il ministro la bestia nera dei preoccupati sindacati degli insegnanti, mentre altri lo celebreranno come un infratore di tabù sull’assetto burocratico dell’Istruzione nazionale. Insomma, un personaggio che non lascia mai indifferenti. «Evidentemente era goffo, un po’ megalomane, ma in fondo credo che abbia messo il dito sui veri problemi», difende uno degli ex membri del suo gabinetto, ricordando un «uomo frizzante» e le serate scatenate trascorse a cantare Brassens su rue de Grenelle.
Jospin il suo “giovane amico”
Claude Allègre, che prima di entrare lui stesso nel governo, è stato consigliere speciale di Lionel Jospin presso lo stesso ministero, ha avviato in particolare la riforma dell’LMD nell’istruzione superiore in Francia. Dopo importanti dimostrazioni di insegnanti, nel 2000 è stato sostituito da Jack Lang, senza rinunciare a parlare di questioni educative. “Senza cadere nel catastrofismo, dirò semplicemente che, nonostante il colossale sforzo di bilancio compiuto a suo favore per trent’anni, il nostro sistema educativo non svolge più il suo ruolo di motore di sviluppo e di influenza del nostro Paese”, dichiarò qualche anno fa. successivamente, nel 2011, a Il punto.
L’uomo soprannominato “Vulcano” all’interno del PS ha condotto lì per decenni una campagna elettorale. “Era un compagno di viaggio, un amico intimo di Jospin. Condividevano tutto”, dice un leader socialista che lo conosceva bene. Jospin e Allègre condividevano addirittura la stessa stanza nel campus universitario Jean-Zay, ad Anthony (Hauts-de-Seine). Nel 2000, fa fatica a digerire il fatto che il suo “amico di gioventù” decide di sostituirlo con Jack Lang e, nel 2007, si rifiuta di sostenere pubblicamente la candidatura di Ségolène Royal, il cui “immenso talento per l’autopromozione” e “demagogia”.
Poi, in ottobre, dopo essersi dichiarato “bluffato” dall’esordio di Nicolas Sarkozy, ha annunciato al microfono di Jean-Pierre Elkabbach, su Europa 1, che avrebbe lasciato il Partito socialista. Ha poi affermato di rifiutare le “guerre della picrocolina” tra i diversi clan del partito per succedere a François Hollande. Quando nel 2013 ha subito un gravissimo infarto durante una conferenza scientifica a Santiago del Cile, l’ex ministro ha ricevuto il sostegno di Lionel Jospin, che gli ha dimostrato la sua amicizia. “Sono rimasti vicini fino alla fine”, riferisce il suddetto dirigente del PS.
Un uomo iconoclasta
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Quest’uomo iconoclasta, editorialista a Punto e a L’Espressohanno inoltre animato il dibattito pubblico con posizioni ritenute climaticamente scettiche e regolarmente criticate dalla comunità scientifica. Il suo libro L’inganno climaticopubblicato da Plon, suscitò scalpore. “È più urgente preoccuparsi della fame nel mondo? […] o disoccupazione […] oppure dovremmo riunirci a Copenaghen con 120 capi di Stato per preoccuparci del clima in un secolo e spendere mezzo miliardo di euro per farlo? » scrisse lì.
Le sue tesi furono confutate dall’Accademia delle Scienze. Fu anche autore diIntroduzione ad una storia naturale EStorie della Terra.
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