Laurent Marcangeli è stato nominato ministro dell’Azione Pubblica il 23 dicembre. In un’intervista a France 3 Corse ViaStella, parla dell’instabilità politica nazionale e del futuro del processo di Beauvau.
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Il 23 dicembre, il nome di Laurent Marcangeli è stato fatto da Alexis Kohler, segretario generale dell’Eliseo. Allora presidente del gruppo Orizzonti all’Assemblea nazionale, deputato della prima circoscrizione elettorale della Corsica del Sud ed ex sindaco di Ajaccio, eredita il Ministero dell’Azione Pubblica, della Funzione Pubblica e della Semplificazione.
Dopo il suo primo Consiglio dei ministri, Laurent Marcangeli ha risposto alle interrogazioni di France 3 Corse ViaStella.
Come è avvenuta questa nomina ed è un esito nella tua carriera politica?
È un momento molto speciale. Non siamo nominati ogni giorno al governo del paese. Ciò è avvenuto in maniera frettolosa, come spesso accade con le nomine governative. A dire il vero, mi sono alzato lunedì mattina senza sapere che alla fine della giornata sarei stato nominato sui gradini dell’Eliseo dal segretario generale dell’Eliseo. Quindi è un momento speciale.
Ho pensato molto al mio. Innanzitutto quelli che ho ancora la fortuna di avere con me, i miei genitori, tutta la mia famiglia, ma anche i miei figli che sono piccoli. Ma ho pensato anche a chi non c’è più.
Appartenete ad un governo in difficoltà fin dall’inizio perché non ha la maggioranza nell’Assemblea nazionale. Come affrontare l’esercizio ministeriale in queste condizioni? Lei ha parlato di semplificazione nel suo discorso di passaggio di consegne, cosa intende con questo termine e cosa vuole dire oggi ai dipendenti pubblici da lei affidati?
Con grande umiltà mi avvicino a questa parte del mio percorso personale. Come avete ricordato, ci troviamo in una situazione politica senza precedenti, con l’assenza di una maggioranza nell’Assemblea nazionale e un profondo rischio di instabilità.
Dalla prossima settimana incontrerò le organizzazioni sindacali rappresentative come mi ero impegnato a fare per poter riannodare i fili del dialogo, per discutere temi importanti: c’è naturalmente l’attrattiva delle professioni di servizio pubblico, le condizioni in cui svolge l’attività di pubblico ufficiale.
Ci sono anche una serie di questioni che hanno portato i dipendenti pubblici e gli agenti pubblici a manifestare per alcuni di loro alla fine dello scorso anno. Voglio parlarne con rispetto, con determinazione, con calma e lo farò naturalmente in solidarietà con la linea che sarà stata decisa dal Primo Ministro. Oggi faccio parte di un collettivo, un collettivo di governo, che deve essere unito.
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Laurent Marcangeli, Ministro dell’Azione Pubblica, della Funzione Pubblica e della Semplificazione.
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©France Télévisions
La questione corsa non rientra tra le priorità del governo, però sapete chi si farà carico della questione corsa? È stato François Rebsamen a sostituire Catherine Vautrin al Ministero della Pianificazione Regionale e del Decentramento?
Non sono ancora stati precisati i decreti di attribuzione, ma mi sembra che François Rebsamen subentrerà a Catherine Vautrin. Dico continuità perché mi sembra fondamentale essere coerenti e costanti rispetto a quanto deciso finora. Vale a dire completare il cosiddetto processo Beauvau, avviato nel 2022 sotto l’autorità di Gérald Darmanin e su richiesta del Presidente della Repubblica.
Per quanto mi riguarda non ho questa responsabilità, ma sono lì per aiutare il ministro se verrà confermato che sarà lui a gestire la Corsica. Aiutate anche tutti i membri del governo sulle questioni che ci preoccupano in Corsica.
Forse ci sono difficoltà di resistenza soprattutto al Senato, vediamo il senatore Panunzi che non sembra favorevole alla conclusione di questo processo, almeno a queste condizioni. All’interno del governo stesso ci sono Bruno Retaillaud, all’Interno, e Manuel Valls, nei Territori d’Oltremare, che storicamente non sono favorevoli all’autonomia della Corsica. Come affronti queste difficoltà? Non è probabile che, data la difficile situazione del Paese, si metta in pausa questo processo di autonomia e il calendario per una riforma costituzionale sia sostenibile alla fine del 2025?
Prima le difficoltà, non abbiamo aspettato il 23 dicembre e la nomina del governo per sapere che c’erano. Erano lì prima dello scioglimento. Erano lì anche prima delle elezioni presidenziali e dell’elezione dei deputati nel 2022.
Sono ormai due anni e mezzo che abbiamo imparato ad affrontare queste difficoltà e per quanto mi riguarda sono rimasto fedele alle idee, al progetto e alla coerenza. Queste idee esistono ancora, sono convalidate, credo, dal Presidente della Repubblica che nel settembre 2023 ha pronunciato un discorso all’Assemblea della Corsica che è andato nella direzione che da allora chiedevo: è stato annunciato e mantenuto un calendario sotto il precedente governo di Michel Barnier attraverso la voce di Catherine Vautrin.
Penso che sarebbe coerente e sarebbe una buona politica mantenere questo programma nonostante le difficoltà che abbiamo. Poi c’è una linea decisa dal Capo dello Stato e dai governi che si sono succeduti dal 2022, non credo che farebbe bene alla Corsica e al Paese tornare indietro. Ognuno si assumerà le proprie responsabilità se domani il testo verrà discusso in Parlamento in vista del cambio di governo. Questo è quello che chiedo fin dall’inizio, che siamo un dibattito, che non ci fermiamo a metà del guado, che arriviamo alla fine di un processo che non può essere sancito solo da un voto in cui tutti devono andare avanti con le proprie convinzioni di responsabilità.
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