Di Paolo Ropartz
Pubblicato
3 gennaio alle 17:31,
aggiornato 3 gennaio alle 18:17
Ad oggi sono stati pubblicati 8 milioni di documenti, ma i diversi stakeholder stimano di voler digitalizzare fino a 30 milioni di pagine entro il 2027.
I nomi delle 425.000 persone sospettate di aver collaborato con i nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale sono stati messi online per la prima volta giovedì 2 gennaio dall’Archivio Centrale delle Giurisdizioni Speciali (CABR), creato in occasione della liberazione dei Paesi Bassi da parte dei nazisti. Alleati nel 1945. In precedenza questi nomi erano accessibili solo ai ricercatori in visita agli Archivi nazionali olandesi all’Aia. Ad oggi sono stati pubblicati 8 milioni di documenti, ma le varie parti interessate stimano di voler digitalizzare fino a 30 milioni di pagine entro il 2027. Questo progetto è stato intrapreso dal NIOD Institute of War Studies, dagli Archives Dutch National Institutes, dall’Huygens Institute e la Fondazione WO2Net.
Questi nomi riguardano tutte le persone – tutte ormai morte – che furono indagate dai tribunali speciali olandesi nel 1945. Il database riporta solo il nome, la data e il luogo di nascita delle persone interessate. Non specificano se le persone siano state giudicate colpevoli e come abbiano collaborato.
Archivi “di inestimabile valore”
Tra le 425.000 persone interessate, il documento rivela che 20.000 cittadini olandesi si erano uniti alle forze armate naziste o al Movimento nazionalsocialista, l’ex partito nazista nei Paesi Bassi, senza rivelare i loro nomi. Apprendiamo anche che 150.000 persone sono state condannate dai tribunali per collaborazione. Lo riflette l’Istituto Huygens, uno dei partner del progetto BBC Che cosa «questi archivi contengono storie importanti per le generazioni presenti e future (…) per i bambini che vogliono sapere cosa fece il loro padre durante la guerra, e per gli storici che ricercano le zone grigie della collaborazione ».
Lo ha dichiarato il 19 dicembre in un comunicato stampa il ministro olandese della Cultura, Eppo Bruins “questi archivi di guerra sono di inestimabile valore per la ricerca storica, per mantenere la memoria degli Seconda Guerra Mondiale e per i propri cari in cerca di informazioni. Un nuovo mondo si sta aprendo. Il ministro vuole anche modificare la legge sugli archivi di questo periodo per consentire un maggiore accesso a queste informazioni.
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