Par
Adrian Filoche
Pubblicato il
2 gennaio 2025 16:25
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L’occhio dei passanti è come se ne fosse attratto la facciata annerita dell’appartamento. Questo giovedì 2 gennaio 2025, un giorno dopo il terribile incendio che ha devastato un edificio nel quartiere Grand’Mare a Rouen (Seine-Maritime) e costare la vita a una personala vita riprende timidamente il suo corso. Al momento non sono ancora note le cause del disastro.
“Suoni di esplosione”
Ore 11, davanti all’edificio, Cédric si prepara a portare a spasso il suo cane. Vive al 7° piano, proprio sopra l’appartamento dove è scoppiato l’incendio dal giorno prima. “All’inizio ho sentito suoni come petardi, esplosioni. Pensavo fosse legato al nuovo anno”, dice.
Cedric quindi apre la finestra. Scompare in una nuvola di fumo nero che risale ed entra nel suo soggiorno. “Il fuoco era proprio sotto di me”, continua il residente locale. Reagisce rapidamente, afferra il suo cane e lascia il suo appartamento. Ferito a un piede – «Mi sono fatto questo davanti al fuoco» – un giovane lo aiuta a scendere le scale.
Era panico
Riesce a scappare dall’edificio. “C’era movimento nelle aree comuni, c’era un forte odore di fumo”, continua Cédric. Fuori lo accoglierà CocciMarket, il negozio di alimentari di quartiere diventato rifugio per una serata.
Il negozio di alimentari di quartiere come rifugio
Il giorno dell’incendio, intorno alle 17:30, Hassanil direttore, è nel suo negozio di alimentari, come al solito. Gestisce il negozio dal novembre 2011. “Abbiamo visto una signora arrivare correndo. Si è rifugiata nel negozio con il suo bambino”, racconta.
È in quel momento che si rende conto che qualcosa non va. All’esterno scopre dei passanti radunati davanti all’edificio che si trova accanto al supermercato. Le fiamme escono da un appartamento al 6° piano e vieni a leccare la facciata.
È naturale che Hassan trasformi il suo negozio di alimentari in un rifugio. “C’erano più di 60 persone nel negozio. Avevo paura che non ci fossero posti”, dice.
In questi momenti non pensiamo, agiamo. Cerchiamo allora di rassicurare. Queste persone sono i nostri vicini, li vediamo ogni giorno.
In questo panico diffuso, è nato un movimento naturale di solidarietà. “Abbiamo installato sedie per famiglie e bambini”, continua Hassan. Vengono distribuiti fazzoletti, salviette e bevande. “Era un po’ come una scena di guerra”, nota il manager. Gli scaffali sono pieni di famiglie. Tutti cercano di riprendere fiato.
Alla fine, il supermercato che avrebbe dovuto chiudere alle 20 sarà servito da rifugio fino alle 22. Inoltre, la città di Rouen ha aperto anche il centro di Malraux per accogliere gli sfollati.
Solidarietà
Il giorno dopo l’incidente, il quartiere è ancora lì segnato dalla tragedia accaduta. Ma come spesso accade, in questi tempi difficili, è la solidarietà degli abitanti del quartiere a farsi avanti.
Anche Cédric tiene a sottolineare l’impegno dei giovani del quartiere che subito è venuto in aiuto dei residenti. “Uno mi ha aiutato a scendere le scale. E poi tutti hanno svolto bene il loro ruolo, che fossero i residenti o i soccorsi. C’è stata una vera e propria solidarietà», insiste, prima di uscire per portare a spasso il suo cane, visibilmente impaziente di sentirlo raccontare gli avvenimenti della serata.
Hassan è anche il primo testimone di questa solidarietà. Per il suo gesto, ma anche per quello che ne è seguito. “La mattina la gente veniva a trovarci per ringraziarci”, sottolinea.
Questo è in particolare il caso di un residente locale, incontrato nella parte inferiore dell’edificio un pacchetto di chouquettes tra le mani. “Volevamo riportarglielo. Non è molto, ma è per ringraziarlo del suo aiuto», confida sorridendo, prima di partire.
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