Ezio Simonelli è stato eletto nuovo presidente della Lega Serie A ieri durante l’assemblea dei club, ma non è stato ufficialmente proclamato. È stato definito formalmente “candidabile” ma, secondo la Gazzetta dello Sportnon c’è ancora la certezza che sia anche “eleggibile”. Nodi che devono ancora essere sciolti e che in serata si sono fatti ancora più ingarbugliati. Pomo della discordia è l’articolo 10 dello Statuto, secondo il quale il presidente non deve aver “alcun rapporto a qualsiasi titolo con le società associate o con gli azionisti di riferimento”. Nella scheda personale con l’indicazione delle cariche attuali di Simonelli compaiono quella di supplente in Fininvest e di sindaco in Mondadori, legati al Monza. Ruoli da cui Simonelli ha già annunciato le proprie dimissioni.
Sul punto stati prodotti diversi pareri legali, mentre il collegio dei revisori non è di fatto entrato nel merito: la procedura per la candidabilità di Simonelli è però stata ritenuta corretta con le verifiche previste da statuto (successive alla nomina) in corso come da regolamento. Una differenza di posizioni che in serata si è trasformata in vero e proprio scontro. “Quando Simonelli ha fatto sapere di voler accettare l’incarico escludendo definitivamente Casini dalla scena e di considerare conclusa la questione, ina posizione netta la controparte ribadisce essere in contrasto con il verbale della stessa assemblea, firmato con la sottoscrizione di un richiamo necessario all’appuntamento in Consiglio per la proclamazione. Consiglio poi convocato già nella serata di ieri per il prossimo venerdì 27 con ordine del giorno “requisiti di indipendenza”. Per alcuni vertici dei top club uno scontro che radicalizza le posizioni, ciò di cui la Lega non ha evidentemente bisogno”, si legge sulla Rosea.
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