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L’immobiliare nel 2025: prezzi in rialzo e un ritorno di acquirenti sperato grazie all’indicizzazione

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L’anno 2023 è stato addirittura segnato da un record negativo in termini di produzione di credito, osserva Philippe Ledent, economista dell’ING. Il 2024 è sostanzialmente lo stesso, ma grazie al graduale allentamento dei tassi di interesse, il numero delle transazioni immobiliari è aumentato nuovamente in modo significativo nel secondo trimestre.

ING vede questo come l’inizio di una vera ripresa nel 2025. “Nonostante il calo dei tassi annunciato dalla Banca Centrale Europea, non ci sarà alcun impatto sui tassi a lungo termine, perché questo calo era stato previsto, osserva Philippe Ledent dovrà digerire il fatto che i tassi ipotecari non torneranno ai livelli del 2015-2016, ma poi, grazie all’indicizzazione, continuerà ad aumentare le entrate. L’ipotesi è che gli acquirenti ritornino sul mercato.” Soprattutto perché le misure politiche, come la riduzione delle tasse di registrazione in Vallonia, dovrebbero stimolare la domanda di alloggi. Anche se gli specialisti di ING non escludono che l’eliminazione dei voucher casa possa indebolire questo effetto.

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Prezzi in aumento nel 2025 e nel 2026

In ogni caso, spinto da una nuova indicizzazione degli stipendi a partire da gennaio, è proprio un aumento del numero di transazioni quello che ING sta prendendo in considerazione nell’analisi della sua indagine. E questa ripresa del mercato immobiliare, unita alla persistente mancanza di immobili disponibili, metterà sotto pressione i prezzi delle case residenziali.

“Si prevede che i prezzi degli immobili aumenteranno ancora in modo più forte, del 3% circa nel 2025 e del 3,8% nel 2026” indica Alissa Lefebre, economista specializzata in settore immobiliare presso ING e autrice dello studio.

Riqualificazione energetica: soprattutto l’“effetto prezzo”.

Secondo lo studio ING, negli ultimi tre anni il 74% dei proprietari di casa intervistati ha adottato almeno una misura per rendere la propria casa più efficiente dal punto di vista energetico. Si tratta principalmente di investimenti per l’isolamento termico (38%), acquisto di dispositivi a minor consumo energetico (35%), installazione di pannelli fotovoltaici (30%) e lavori legati al riscaldamento (20%).

È un passo verso gli obiettivi europei di neutralità climatica nel 2050. Ma resta insufficiente e, soprattutto, non è questo obiettivo ambientale a motivare i proprietari. “In effetti, i motivi principali che spingono i belgi a ristrutturare sono il risparmio sulle bollette energetiche (65%), il miglioramento del comfort abitativo (16%) e l’aumento del valore delle abitazioni (10%)”, indica Alissa Lefebre, specialista immobiliare presso ING . Elementi che spiegano anche che solo il 38% dei proprietari che affittano il proprio immobile ha investito per rendere la propria abitazione più efficiente dal punto di vista energetico negli ultimi tre anni.

Per quanto riguarda le ristrutturazioni, le economie domestiche reagiscono soprattutto a “un effetto prezzo dell’energia”, riassume Philippe Ledent. Basta guardare l’interesse per le pompe di calore che ha raggiunto il picco nel 2021-2022 prima di crollare bruscamente con il calo dei prezzi del gas.

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