L'opposizione accusa il partito al potere, Georgian Dream, di aver truccato le elezioni legislative di ottobre e di voler ritardare l'ingresso della Georgia nell'Unione europea.
Pubblicato il 12/03/2024 22:18
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La convalida finale dei risultati delle elezioni legislative non cambia nulla. La polizia georgiana ha utilizzato ancora una volta idranti e gas lacrimogeni per cercare di disperdere le migliaia di manifestanti pro-Unione europea, che martedì 3 dicembre protestavano per la sesta notte consecutiva.
Le manifestazioni a Tbilisi, costellate di violenza, sono scoppiate giovedì 28 novembre dopo che il Primo Ministro ha annunciato che avrebbe rinviato l’obiettivo di portare la Georgia nell’UE fino al 2028. Anche l'opposizione al partito al governo Sogno georgiano accusa il movimento di aver truccato le elezioni legislative di fine ottobre.
Martedì sera i manifestanti erano ancora migliaia, ma leggermente meno rispetto ai giorni precedenti, lanciando fuochi d'artificio contro il parlamento e la polizia e sventolando bandiere della Georgia e dell'UE, secondo i giornalisti dell'AFP. La polizia antisommossa ha risposto prima con un tubo dell'acqua, in particolare per respingere i manifestanti che tentavano di scalare le mura del parlamento, poi con un idrante e gas lacrimogeni mentre la folla si spostava verso un viale vicino.
Il Viminale ha accusato in un comunicato i manifestanti di essersi lanciati contro la polizia “oggetti contundenti di varia natura, ordigni pirotecnici e oggetti infiammabili”. Secondo il Ministero dell'Interno, dall'inizio del movimento sono stati arrestati 293 manifestanti e 143 agenti di polizia sono rimasti feriti.
Negli ultimi giorni sono rimasti feriti anche manifestanti e giornalisti. Il presidente Salomé Zourabichvili, che sostiene il movimento di protesta, ha denunciato l'uso di “sproporzionato” forza da parte della polizia, “Arresti di massa e maltrattamenti”.
Ore prima, il primo ministro Irakli Kobakhidze aveva accusato l’opposizione e le ONG di essere dietro gli scontri con la polizia e aveva avvertito che “non sfuggiranno alle proprie responsabilità”. Il suo partito, che assicura che non rinuncerà all’UE nonostante il rinvio dei negoziati, stima che i georgiani insoddisfatti abbiano “frainteso” e quell’integrazione europea “progresso”. nonostante le minacce del Primo Ministro che accusava i suoi rivali politici e le ONG di averlo fatto “orchestrato la violenza”.
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