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l’ex fidanzato della giovane italiana condannata all’ergastolo per il suo omicidio

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Mondadori Portfolio / Mondadori Portfolio via Getty Im Murale dedicato a Giulia Cecchettin dall’artista Fabio Ingrassia vicino a Piazza Duomo, a Milano, Italia, 2 dicembre 2023.

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Murale dedicato a Giulia Cecchettin dall’artista Fabio Ingrassia vicino a Piazza Duomo, a Milano, Italia, 2 dicembre 2023.

FEMMINICIDO – La vita in carcere. Martedì 3 dicembre la Corte d’assise di Venezia ha condannato all’ergastolo lo studente che ha accoltellato a morte la sua ex fidanzata, Giulia Cecchettin. Questo crimine sconvolse l’Italia, provocò un’ondata di manifestazioni e rilanciò il dibattito sulla violenza contro le donne.

Il Tribunale ha dato seguito alle richieste dell’accusa contro Filippo Turetta, 22 anni, per l’omicidio avvenuto nel novembre 2023 della sua ex fidanzata, anche lei 22enne, escludendo alcune aggravanti, secondo la sentenza letta in diretta dal presidente del Tribunale .

Giulia Cecchettin, studentessa di ingegneria biomedica a Padova, città universitaria a una quaranta chilometri da Venezia, aveva ricevuto almeno 75 coltellate. L’avvocato dell’imputato, Giovanni Caruso, ha ritenuto eccessiva la richiesta di ergastolo, affermando che il suo assistito, che ha ammesso i fatti, non era «Pablo Escobar è passato»il famigerato signore della droga colombiano.

“Una brutalità particolare”

All’apertura del processo a Venezia, a settembre, aveva messo in guardia “processo mediatico” e la scorsa settimana ha insistito sull’assenza di “ circostanze aggravanti”, come la premeditazione. Ma secondo il pm Andrea Petroni, Filippo Turetta ha agito con “una brutalità particolare” verso la compagna prima di fuggire con la vittima a bordo della sua auto.

Il corpo è stato ritrovato una settimana dopo la sua scomparsa in un burrone vicino al lago di Barcis, a nord di Venezia, e il giovane è stato arrestato il giorno successivo vicino a Lipsia, in Germania.

Il padre di Giulia, Gino Cecchettin, si è rifiutato di commentare la sentenza di Filippo Turetta. “Sono già morto dentro, ha detto alla radio pubblica Rai la settimana scorsa. Per me non cambierà nulla. Non rivedrò mai più Giulia. »

“L’unica cosa che posso fare (…) è fare in modo che ci siano meno casi possibili come quello di Giulia, che ci siano meno genitori che devono piangere la figlia defunta. »

“Il patriarcato uccide”

L’omicidio di Giulia Cecchettin ha riacceso il dibattito sulla violenza contro le donne in Italia, dove la cultura del flirt va spesso di pari passo con comportamenti macho e sessisti. Migliaia di persone hanno partecipato al suo funerale e suo padre ha implorato gli uomini di farlo “sfidare la cultura che tende a minimizzare la violenza da parte di uomini apparentemente normali”.

La sorella di Giulia, Elena, aveva invocato una rivoluzione culturale, sollecitando “brucia tutto”messaggio da allora scritto su muri e striscioni, spesso accompagnato dalla frase: “Il patriarcato uccide”. Dei 276 omicidi registrati quest’anno dal Ministero dell’Interno italiano, 100 vittime erano donne, 88 uccise da una persona cara, la stragrande maggioranza da un partner o ex.

Una cifra paragonabile ai 110 femminicidi su 310 omicidi avvenuti nello stesso periodo dell’anno scorso, tra cui 90 donne uccise da una persona cara. Nel 2022, 106 donne sono state uccise da una persona cara, e 107 nel 2021. La famiglia Cecchettin ha creato una fondazione per sviluppare la consapevolezza e il sostegno alle donne vittime di violenza e per incoraggiare l’uguaglianza e il rispetto.

Alla fine di novembre, decine di migliaia di persone hanno marciato ancora una volta a Roma e Palermo (Sicilia) per celebrare una giornata internazionale contro il femminicidio, molte delle quali hanno marciato in nome di Cecchettin.

Proclamazione ministeriale

Mentre denunciano la storica discriminazione contro le donne e l’assenza di politiche come l’educazione sessuale nelle scuole, alcuni attivisti accusano il governo ultraconservatore di Giorgia Meloni di abbandonare le donne.

A novembre il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, aveva scatenato una polemica dichiarandolo “Il patriarcato non esiste più” e attribuire la violenza contro le donne all’immigrazione clandestina. Elena Cecchettin rispose che sua sorella era stata uccisa da a “giovane bianco italiano”.

Giorgia Meloni ha detto la scorsa settimana che in Italia la legislazione non manca, ma “la sfida restava soprattutto culturale”. Anche il leader del partito di estrema destra Fratelli d’Italia ha tracciato un collegamento con l’immigrazione clandestina, anche se i dati ufficiali del 2022 mostrano che il 94% delle donne italiane vittime di omicidi sono state uccise da italiani.

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