Dal 1° febbraio 2025 i prezzi dei pedaggi aumenteranno. Come ogni anno. Ma secondo le informazioni del quotidiano Le Parisien, l’aumento sarà molto inferiore a quello del 2024 e del 2023. Ma resta una spada di Damocle che pende sugli automobilisti: la tassa sulle infrastrutture dei trasporti a lunga percorrenza.
L’aumento dei pedaggi autostradali sarà quindi ben al di sotto dei livelli del 2023 e 2024. Dal 1° febbraio dovrebbe essere dello 0,92% in media dal 1° febbraio contro il 3% del 2024 e il 4,75% del 2023.
Trattative favorevoli al governo
Ogni anno il governo e i concessionari negoziano un aumento che è diventato obbligatorio. E raramente sono a favore della prima. Solo che quest’anno il Ministero dei Trasporti aveva un forte argomento nella manica: rinnovo delle concessioni. La prima terminerà nel 2031, l’ultima nel 2036. Ciò rappresenta una grande sfida per le società autostradali in un momento in cui alcuni gruppi politici sollevano lo spettro della nazionalizzazione. Quindi un aumento medio inferiore all’1%.
Aumento medio inferiore all’1% nel 2025
Nel dettaglio, secondo i colleghi del quotidiano Le Parisien, l’aumento sarà:
- 0,77% sulla rete Cofiroute
- 0,85% per PSA ed Escota
- 1,08% per TAEG
- 1,14% per SAPN
E secondo uno degli operatori del settore difficilmente si poteva fare di meglio per gli automobilisti
“Siamo quasi al livello più basso possibile”
Battaglia legale contro la tassa sulle infrastrutture dei trasporti a lunga percorrenza
Stai attento però. Perché le società autostradali continuano a funzionare cercare di cancellare la tassa sulle infrastrutture di trasporto a lunga percorrenza. Tassa che riguarda società autostradali e aeroporti e che dovrebbe fruttare 600 milioni di euro. Solo che tre quarti di questo importo sono a carico di queste società autostradali. E non sono d’accordo. Almeno, non vogliono pagare senza trasferire l’imposta sugli utenti. Per il momento non è così, come spiega uno degli attori ai colleghi di Le Parisien, ma potrebbe non durare:
“Finché il contenzioso sarà in corso, non prenderemo provvedimenti. Ma questo non fa ben sperare per il futuro”.
E le previsioni sono allarmistiche. A parte l’aumento annuale, l’aumento legato a questa tassa potrebbe essere del 5% ! Una questione scottante per il governo, anche se una prima battaglia è stata vinta alla fine dell’estate, quando il Consiglio costituzionale ha convalidato il principio di questa tassa.
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