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L’aumento del petrolio è stato favorito dalla ripresa della Cina

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Londra (awp/afp) – I prezzi del petrolio sono aumentati lunedì, spinti dai segnali di ripresa dell’economia cinese e in attesa della riunione dell’Opec+, che inizierà giovedì e determinerà la strategia produttiva del cartello.

Intorno alle 10:05 GMT (11:05 CET), il prezzo di un barile di Brent del Mare del Nord, con consegna a febbraio, che è il primo giorno utilizzato come contratto di riferimento, è aumentato dell’1,17% a 72,68 dollari.

Il suo equivalente americano, il barile di West Texas Intermediate (WTI), con consegna a gennaio, ha guadagnato l’1,15%, a 68,78 dollari.

L’aumento per il secondo mese consecutivo dell’attività manifatturiera in Cina è un “timido segnale di ripresa economica dopo l’annuncio di una serie di misure di ripresa alla fine di settembre” nel paese, hanno spiegato Helge André Martinsen e Tobias Ingebrigtsen, analisti di DNB .

L’attività manifatturiera in Cina ha continuato la sua traiettoria ascendente nel mese di novembre, secondo un indice indipendente pubblicato lunedì. La Cina è il maggiore importatore mondiale di petrolio e il prezzo dell’oro nero dipende fortemente dalla salute economica del gigante asiatico.

L’elemento determinante della settimana resta la riunione dell’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio e dei loro alleati (OPEC+) rinviata a giovedì. L’intesa dovrà decidere se prolungare o meno l’attuale accordo produttivo, mentre il rinvio dell’incontro, previsto per domenica, sembra legato a divergenze interne sulla strategia da adottare.

I mercati si aspettano che l’OPEC+ estenda gli attuali tagli alla produzione, “ma se decidesse di aumentare l’offerta, potremmo assistere a un forte calo dei prezzi”, avverte Stephen Innes, analista di SPI Asset Management.

La decisione sarà influenzata “dall’imminente presidenza di Donald Trump negli Stati Uniti”, stimano gli analisti di Energi Danmark.

Il repubblicano, fervente difensore dei combustibili fossili, ha annunciato che metterà in atto una politica accomodante per i produttori di petrolio, ma gli effetti del secondo mandato di Donald Trump sull’oro nero restano di difficile lettura a causa di “potenziali cambiamenti profondi sulla scena geopolitica, “, afferma Tamas Varga, analista di PVM.

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