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Tabacco: aumenterà il prezzo dei pacchetti di sigarette nel 2025?

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Il 21 novembre i senatori hanno modificato il bilancio della previdenza sociale in modo che il prezzo di un pacchetto di sigarette raggiunga entro il 2025 l’importo che avrebbe dovuto raggiungere nel 2027.

Il Ministro della Salute si è opposto a questo emendamento, ricordando che le varie parti interessate avevano già concordato una traiettoria di aumento graduale inclusa nel piano nazionale di controllo del tabacco 2023-2027.

Mercoledì i deputati e i senatori della commissione paritetica hanno invertito la rotta sul provvedimento votato al Senato.

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Il fumo sta diventando sempre più costoso. Dal 1° gennaio 2024 i prezzi di vendita dei prodotti del tabacco hanno registrato un ulteriore aumento: in media da 40 a 50 centesimi per un pacchetto di 20 sigarette, e addirittura fino a 1 o addirittura 1,50 euro per alcune marche, superando così la soglia di 12 euro. Un nuovo aumento ha poi avuto luogo il 1 giugno 2024. Questo però non ha nulla a che fare con lo Stato poiché si tratta della decisione di alcuni produttori che desiderano aumentare il loro margine.

Dobbiamo ora aspettarci un ulteriore aumento del prezzo dei pacchetti a partire dal 1° gennaio? Il dibattito agita il Parlamento. Mercoledì 27 novembre, sette deputati e sette senatori riuniti in commissione paritetica (CMP) hanno invertito la rotta su una delle misure votate una settimana prima al Senato nell’ambito del disegno di legge sul finanziamento della previdenza sociale (PLFSS): l’accelerazione dell’aumento nel prezzo di un pacchetto di sigarette.

Il governo e i senatori avversari

L’emendamento adottato il 21 novembre al Senato prevedeva che il prezzo del pacchetto raggiungesse i 12,70 euro a partire dal 2025 e restasse a questo livello nel 2027, precisa Senato Pubblico (nuova finestra). Il governo, per voce del ministro della Salute Geneviève Darrieussecq (nuova finestra)dal canto suo, si è opposto a tale emendamento, ricordando che i vari soggetti interessati avevano già concordato un percorso di aumento graduale inserito nel piano nazionale di lotta al tabacco 2023-2027 (nuova finestra). Questa, presentata il 28 novembre 2023 da Aurélien Rousseau, allora ministro della Salute e della Prevenzione, prevede di aumentare gradualmente il prezzo di un pacchetto di 20 sigarette fino a 13 euro entro il 2027. “Se continuiamo a cambiare programma mi sembra un po’ complicato”ha giustificato Geneviève Darrieussecq durante i dibattiti al Senato, ritenendo di sì “precoce” ritornare su questo obiettivo.

Invano: la misura adottata dai senatori, che avrebbe dovuto portare altri 200 milioni di euro nelle casse della Previdenza sociale a partire dal prossimo anno, è stata ampiamente convalidata con 241 voti favorevoli, 2 contrari, con una larga astensione della sinistra che ha difeso piuttosto un pacchetto a 16 euro entro due anni.

“Indebolimento delle portate”

Già il 17 ottobre il governo aveva dichiarato di non prevedere ulteriori aumenti dei prezzi nel 2025. “Non vi è alcun ulteriore aumento nella traiettoria di crescita del tabacco nelle fatture finanziarie presentate dal governo alla fine dell’anno”ha indicato il ministro del Bilancio Laurent Saint-Martin davanti ai tabaccai riuniti alla conferenza. “Lacune (prezzo, ndr) troppo elevato con i nostri vicini europei può portare ad un indebolimento delle portate, in particolare di quelle installate nei territori di confine, e al persistere di un mercato parallelo troppo importante”ha giustificato il ministro.

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Con il compromesso trovato dai parlamentari mercoledì nel corso del CMP, è quindi la traiettoria adottata dall’esecutivo nell’ultimo piano nazionale di lotta al tabacco a prevalere. Questa versione del disegno di legge dovrà, tuttavia, essere sottoposta all’approvazione del Senato e dell’Assemblea nazionale, a partire dall’Assemblea del 2 dicembre. È allora che Michel Barnier utilizzerà probabilmente il suo primo articolo 49.3 della Costituzione per evitare un voto sfavorevole. L’utilizzo di questo articolo lo espone a una mozione di censura che presenterà il Nuovo Fronte Popolare e che potrà votare l’Assemblea Nazionale, che potrebbe svolgersi il 4 dicembre.


Julien CHABROUT

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